L'Italia diventa zona bianca. Ma la variante Delta del Covid fa paura: non è finita
Il 99% dell’Italia è pronto a godersi la zona bianca ma, da Mario Draghi al professor Gianni Rezza, l’invito resta quello di mantenere alto il livello di attenzione perché «non è finita». Il presidente del Consiglio non usa giri di parole sottolineando come «nonostante la situazione pandemica sia sempre più sotto controllo» siamo ancora «lontani» dalla fine. I motivi principali sono le diseguaglianze nella campagna vaccinale a livello planetario e, soprattutto, la minaccia data della varianti. A preoccupare l’Italia è quanto sta accadendo nel Regno Unito con la variante Delta (ex indiana) che ha portato a una nuova impennata di casi, anche se al momento non a un conseguente incremento di ricoveri e vaccini. In ogni caso il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza che introduce una quarantena di cinque giorni con obbligo di tampone per chi proviene dalla Gran Bretagna. Il provvedimento sarà in vigore da lunedì 21 giugno e riguarda anche i vaccinati.
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Un’inquietudine che sale anche contando l’alto numero di persone sottoposte alla vaccinazione nel Regno Unito, anche se la maggioranza è stata immunizzata con una sola dose. A tal proposito il professor Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, mette in luce come in Italia la strategia sia sempre stata pensata «sulla doppia dose». Ma nonostante tutto è presumibile che, prima o poi, la Delta possa diventare prevalente anche in Italia. «Quando una variante corre entra - spiega il professor Rezza - l’obiettivo è ritardare», andando nel frattempo spediti con la campagna vaccinale. Alcuni focolai sono già segnalati nel nostro Paese e il rischio paventato dal presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, è che possano in qualche modo «eludere almeno parzialmente» la risposta immunitaria. Per questo occorre potenziare tracciamento e sequenziamento. Al momento comunque la curva italiana «è fra le più basse in Europa», spiega ancora. L’indice Rt e 0.69 stabile e l’incidenza ampiamente sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti in tutta Italia. Numeri che consentono il tracciamento. Una parabola in discesa confermata pure dai dati della ultime 24 ore, con 1.147 nuovi casi e 35 morti con un tasso di positività del 0,5%.
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