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Ardea, nella casa del killer Andrea Pignani in cerca della setta

Massimiliano Gobbi
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Terzo sopralluogo dei carabinieri nella villetta di Andrea Pignani, il killer della strage di Ardea che ha sparato e ucciso i due fratellini David e Daniel Fusinato, di 5 e 10 anni, e Salvatore Ranieri, un anziano di 74 anni, e si è poi tolto la vita con la stessa pistola. Nella mansarda dove il killer trascorreva intere giornate, isolato tra pc e tablet, gli investigatori, su delega della Procura di Velletri, continuano senza sosta la ricerca di nuovi elementi per ricostruire la personalità dell'omicida verificando se ci siano riviste, libri, foto e scritti che possano essere di aiuto alle indagini. E così la mansarda è stata messa completamente sotto sopra, con materassi e coperte fuori dal balcone. Oltre al controllo di ulteriori documenti, i carabinieri della Compagnia di Anzio e della stazione di Tor san Lorenzo, diretti dal comandante Giulio Pisani, si sono messi al lavoro studiando ogni centimetro quadrato dell’abitazione, allontanando i curiosi, recuperando alcuni oggetti personali del killer, come ad esempio le chiavi della sua Citroen C4 parcheggiata a qualche decina di metro di distanza dalla sua abitazione di viale Colle Romito. 
Un importante sopralluogo durato più di sei ore, dalle 13,30 circa alle 18,30, concluso con il controllo della vettura di Pignani. Trovata una batteria in prossimità dei sedili posteriori e altri oggetti e documenti utili alle indagini. Alle 18,30, la vettura è stata sequestrata. 

 

 

Nella giornata di giovedì, invece, erano stati cercati medicinali che potessero comprovare una sua patologia, ma anche documenti particolari che richiamassero la sua appartenenza a qualche setta, movimento religioso o gruppo web. Fino ad ora risultano sequestrati quattro schermi video, 2 webcam e un pc. Questo rinvenimento potrebbe essere la chiave per scoprire se il killer aveva progettato l’azione o meno. Al momento tutte le piste sono aperte. Tutto fa pensare, per il modo in cui ha puntato le vittime, che sia stato un piano studiato o ispirato da un gioco di ruolo, una setta segreta o una dissociazione in cui l’assassino si sia immedesimato in un attore o in alcuni personaggi di una serie televisiva del crimine.

 

 

Importanti saranno tutti i risultati degli esami tossicologici svolti sulla salma per verificare l’uso di sostanze stupefacenti. Altro nodo da sciogliere resta ancora quello della pistola usata da Pignani per compiere la strage. Mai denunciata dopo la morte del padre deceduto, era incredibilmente in suo possesso. Al vaglio degli inquirenti la posizione della madre che ha riferito di non aver mai saputo dove fosse finita. Al momento, i carabinieri hanno inviato una relazione completa sull'esito degli accertamenti ai quali è stata sottoposta la donna. Il rischio è quello di essere indagata per detenzione abusiva d'arma da fuoco. 

 

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