Nomine Rai, tam tam impazzito sul nuovo amministratore delegato: "Una donna ai vertici"
Alla vigilia della controversa nomina del tandem che guiderà la Rai, cioè Presidente e Amministratore delegato, ancora non sono filtrate indiscrezioni da Palazzo Chigi, come d’abitudine quando Mario Draghi avoca a sé delle scelte importanti e cruciali. Tuttavia sono sempre più insistenti le voci che parlano di una donna ai vertici operativi di viale Mazzini, lasciando ai partiti che formano il governo le nomine dei componenti del Consiglio di Amministrazione.
A sostituire l’ad Fabrizio Salini dovrebbe quindi andare una figura manageriale femminile di comprovata esperienza, e la selezione sembra essersi ristretta a pochi nomi.
In pole position Laura Cioli, sostenuta dal ministro per l’innovazione tecnologica Vittorio Colao, col quale collaborò ai tempi di Vodafone, che ha ricoperto ruoli apicali in Eni, Sky, Cartasì, Rcs e Gruppo Gedi.
L’alternativa è Chiara Sbarigia, grande esperta di audiovisivo, recentemente nominata Presidente di Cinecittà-Istituto Luce e per molti anni alla direzione generale dell’Associazione Produttori Audiovisivi.
Più in ribasso invece la candidatura di Eleonora Andreatta detta Tinny, a lungo responsabile di Rai Fiction e oggi in Netflix, che sconta un po’ la pressante sponsorizzazione del segretario del PD Enrico Letta, che fu allievo del padre Beniamino quando entrambi militavano nella Democrazia Cristiana.
Infine Marinella Soldi, presidente non esecutivo di Vodafone Italia e per dieci anni ceo di Discovery Network Southern Europe. Ma al di là dei nomi che circolano, tutti di alto profilo e di indiscussa professionalità, il vero interrogativo è che tipo di intervento Draghi ha in mente per modernizzare la RAI. Se opterà cioè per una semplice riforma di buon senso, o preferirà una scelta più radicale e di rottura rispetto alle logiche spartitorie dei partiti, con l’obiettivo di farne un’azienda finalmente produttiva e svincolata dalle ipoteche politiche nel più ampio quadro di modernizzazione del Paese, così come indicato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.