L'aria che tira, l'infettivologo Bassetti demolisce il vaccino italiano: “ReiThera? meglio abbandonarlo”
Si discute sul futuro dei vaccini negli studi de L’Aria che tira Estate, lunedì 14 giugno. Nello specifico sul tavolo di Francesco Magnani, conduttore della versione estiva del talk mattutino di Myrta Merlino in onda su La 7, ci sono le nuove direttive del Comitato Tecnico Scientifico in merito al blocco di AstraZeneca e il conseguente mix dei vaccini. Ospite in collegamento Matteo Bassetti, infettivologo e direttore della clinica Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova. A seguito della morte di Camilla Canepa, la diciottenne morta per aver aderito all’Open Day del vaccino di Oxford nella sua città la polemica sul farmaco si è riaccesa scombinando ancora una volta la confusione sulle indicazioni di somministrazione. Bassetti preferisce non parlare sul caso di Camilla, appellandosi dal riserbo per le indagini che stanno avvenendo proprio nel suo ospedale, ma in merito al blocco di AstraZeneca per gli under 60, l’infettivologo precisa: “Non è una decisione che noi prendiamo dal punto di vista scientifico è una decisione che noi dobbiamo prendere sulla base del sentimento dell’opinione pubblica che aveva un profondo astio nei confronti di questo vaccino, che rimane un vaccino valido”.
Poi continua sul grande caos generato attorno al siero inglese: “Su AstraZeneca qualcosa non ha funzionato. Quello che secondo me oggi dobbiamo dire è che dobbiamo uscire dalla divisione verticale dei vaccini per fasce d’età e dobbiamo individualizzare il processo di vaccinazione piuttosto che pensare ad una vaccinazione di massa”. Infine, sulla notizia dell’arrivo del nuovo vaccino Novavax, efficace per il 90% anche sulle varianti ma basato sulla tradizionale tecnologia a vettore virale Bassetti sembra poco fiducioso: “Io credo che avremmo nuovi vaccini, a breve arriverà anche CureVac che è un altro vaccino a mRNA. Io credo che il 'de profundis' che si è recitato per AstraZeneca ormai valga anche per i vaccini di Johnson & Johnson e per gli altri vaccini a vettore virale. È evidente che l’effetto collaterale che si è visto nei giovani, indotta dall’adenovirus dello scimpanzè è comune a tutti i vaccini a vettore virale. Vale per AstraZeneca per J&J, per Sputnik V e anche per il nascente vaccino italiano di ReiThera che a questo punto forse vale la pena di abbandonarlo definitivamente. Almeno per il mercato italiano, se poi si vuole produrre e lavorare per altri mercati allora quello è un altro discorso. Ma dopo quello che è successo nel nostro paese ci dobbiamo concentrare unicamente su una vaccinazione fatta con i vaccini mRNA” - chiosa l’infettivologo.