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Lavoro, casa e salute: diritti fondamentali diventati simbolo di precarietà

Gianluigi Paragone
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Lavoro, casa e salute. Tre grandi diritti, tre pilastri fondamentali della Carta costituzionale sono diventati i tre punti più precari nella vita dei cittadini. Un’aggressione così violenta alla dignità delle donne e degli uomini non la ricordavo, ma forse solo perché stiamo facendo i conti con una escalation progressiva senza ostacoli. Il tutto, tra l’altro, mentre in parlamento si rilanciano nuovi diritti e nuove letture della Costituzione, dal voto ai diciottenni per eleggere i senatori alla tutela dell’ambiente. Ho sempre un certo timore a toccare il perimetro della prima parte della Costituzione (i precedenti non si sa mai dove possano portare) però l’ho accettato per non sottrarmi a questa ondata ecologista, molto modaiola e poco di sostanza. Ma, ripeto, meglio un bel diritto in più che uno in meno. Il fatto, però, è che qui la compressione dei diritti costituzionali sta avvenendo proprio sotto gli occhi di quanti oggi si riempiono la bocca di futuro, di nuove tutele e blabla vari. Il lavoro è aggredito da ogni lato.

 

 

A Taranto, nella ex Ilva, il padrone franco-indiano ha licenziato un lavoratore perché invitava sulla propria pagina facebook a guardare una fiction tv incentrata sulla drammatica scelta tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute; già, perché a Taranto sono decenni e decenni che si tira la monetina per opzionare un pezzo di Costituzione, come una recente sentenza ha dimostrato. E si licenzia anche per altri motivi e quando un giudice della Repubblica ordina il reintegro, i padroni fanno valere le loro "altre" regole. Il lavoro è aggredito sul fronte dei contratti e delle remunerazioni, in una disputa trascinata al massimo ribasso dalle logiche imposte dalle multinazionali. Così la sfida si gioca tra piccoli imprenditori e forza lavoro a chi cerca di portare dalla propria l’accordo più favorevole, disgregando quell’alleanza che un tempo aveva caratterizzato la crescita dei miracoli distrettuali. Lo smart working è il nuovo capolinea della logica multinazionale (e vi invito a leggere i recenti libri di Savino Balzano e di Lidia Undiemi). E poi la casa, dicevamo.

 

 

Nella frenesia delle riforme della giustizia, il Pnrr ci regala un’aggressione alle famiglie e ai cittadini esecutati, un attacco vile ispirato dall’inchiostro del sistema bancario per cui «si abrogano le disposizioni del cpc e le leggi che si riferiscono alla formula esecutiva». In poche parole le banche ritornano alla violenza senza pietà delle famiglie sottoposte ad asta immobiliare; un film già visto nella legislatura scorsa quando lo strapotere del sistema bancario non solo si "bevve" i risparmi di tanti italiani (finora risarciti con il contagocce) ma buttò anche in mezzo alla strada migliaia di famiglie con aste fallimentari sulle cui modalità nessuno vuole aprire il vaso di Pandora. In questi mesi e nei mesi che verranno assisteremo a una lotta a difesa del lavoro e della casa o degli immobili commerciali senza precedenti. Per la casa e per il lavoro le persone fanno le barricate. Infine la libertà di circolazione, sottoposta al vincolo di un vaccino NON obbligatorio ma che la narrazione lo ha reso tale. Su questo non c’è molto da aggiungere: basta accendere la tv e vedere il regime informativo che la tv di Stato sta mettendo in atto.

 

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