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Andrea Pignani, chi era Mr Hyde 86. Dalla pistola ai problemi mentali, cosa sappiamo del killer di Ardea

Elena Ricci
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«Era disoccupato da tempo, era solo, isolato. Non aveva amici e non si curava». Sono le prime parole rese agli inquirenti dalla mamma di Andrea Pignani, il 34enne che ad Ardea ieri mattina, ha ucciso un anziano di 74 anni e due bambini di 5 e 10 anni con la stessa arma utilizzata poco dopo per togliersi la vita nella sua villetta.

 

La pistola è una Beretta calibro 7,65 e apparteneva a suo padre, una guardia particolare giurata, deceduto lo scorso novembre. Da allora, come ha spiegato la donna ai Carabinieri «non siamo più riusciti a trovarla».

I Carabinieri di Tor San Lorenzo, invece, avrebbero riferito di non aver ricevuto alcuna segnalazione sulla morte della guardia giurata, né denunce sulla detenzione dell’arma.

 

Quell’arma intanto, a suo tempo, è stata fatta sparire. Il giovane, un ingegnere informatico da tempo disoccupato, lo scorso anno nel mese di maggio, fu sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio dopo aver minacciato sua madre armato di coltello.

Le informazioni sul suo stato di salute mentale sono abbastanza imprecise e discordanti: c’è chi lo descrive come soggetto gravemente instabile già protagonista in passato di episodi di violenza immotivata; chi invece, sostiene che non fosse in cura oltre al Tso cui sarebbe stato sottoposto dopo aver minacciato la madre l'11 maggio 2020.

In quell'occasione era stato portato in ambulanza presso il Pronto Soccorso del Nuovo Ospedale dei Castelli di Ariccia (RM) «ove giungeva volontariamente nel pomeriggio stesso per 'stato di agitazione psicomotoria' con codice azzurro, venendo sottoposto a consulenza psichiatrica, a seguito della quale veniva dimesso la mattina successiva con diagnosi di 'stato di agitazione' - paziente urgente differibile che necessita di trattamento non immediato», si legge in una nota congiunta dei Carabinieri del Comando provinciale di Roma e della Procura di Velletri. 

 

Oggi la Asl Roma 6 ha diramato una nota in cui precisa che Pignani «non è mai stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio presso le nostre strutture aziendali e non era in carico ai servizi territoriali di salute mentale».

Una cosa è certa: Andrea la pistola di suo padre l’ha conservata e lo ha fatto con il chiaro intento di utilizzarla.

Romano Catini, presidente del consorzio di zona, ha riferito che Pignani ieri mattina avrebbe discusso per futili motivi con il papà dei due bimbi uccisi e che aveva già sparato contro un’altra persona senza però colpirla. Il 34enne viene descritto come un tipo piuttosto litigioso, spesso in contrasto con il vicinato. Anche il sindaco Mario Savarese, lo descrive come persona instabile che aveva già adottato comportamenti ostili. Entrambe queste versioni però, con particolare riferimento ai colpi di pistola esplosi prima della strage, sono state smentite dai Carabinieri, anche perché il 34enne, oltre all'episodio di minacce ai danni della madre, non aveva altri precedenti.
Andrea avrebbe subito un ennesimo disagio a seguito della morte del padre, avvenuta nel mese di novembre del 2020. Dopo la scomparsa del genitore ha fatto sparire l’arma, nascondendola. 

Descritto come persona solitaria e taciturna aveva una passione per l’informatica. 

Lui, invece, si descriveva con le parole di Nietzsche: «Mai sazio, come la fiamma mi ardo e mi consumo, luce diventa tutto ciò che afferro» scriveva sui suoi social. Appassionato di poesia, amava declamare i versi di Giovanni Pascoli con sottofondi musicali classici per poi pubblicarli online. Una passione per la poesia, per i classici e per la filosofia oltre che per la fotografia.

 

Tra i post pubblicati, infatti, tante fotografie, scatti professionali, probabilmente una passione che coltivava come hobby. Immagini che firmava come Andrea Pignani, anche se sui social si faceva chiamare “Mr Hyde” come il malvagio signor Hyde del racconto di Stevenson. Quasi un presagio, una «fotografia» della sua personalità sdoppiata: da un lato il ragazzo tranquillo, studioso con la passione per gli scatti e per l’informatica, dall’altro la freddezza di chi impugna un’arma illegalmente detenuta ed esplode diversi colpi strappando alla vita tre innocenti, tra cui due bambini.

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