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Vaccino, finalmente anche l'Europa si accorge del rischio di miocarditi

Dario Martini
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Dopo gli Stati Uniti, anche l’Europa accende un faro sul rischio miocarditi e pericarditi dopo la somministrazione dei vaccini contro il Covid. L’altro ieri, l’Ema ha pubblicato un rapporto su questi effetti collaterali che inizialmente non erano stati segnalati dalle case farmaceutiche. A fine maggio, i casi di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) segnalati alla farmacovigilanza europea erano: 122 dopo aver ricevuto Pfizer, 16 Moderna, 38 (AstraZeneca) e 0 per Johnsonn & Johnsonn. Invece, i casi di pericardite (infiammazione della membrana che avvolge il cuore) segnalati erano 126 con Pfizer, 18 con Moderna, 47 con AstraZeneca e uno con J&J. È opportuno sottolineare che si tratta di casi molto rari, dal momento che a quella data in Europa erano stati somministrati 160 milioni di dosi Pfizer, 19 milioni di dosi per Moderna, 40 di AstraZeneca e 2 per J&J.

 

 

Il Prac, il comitato di sicurezza dell’Ema, fa sapere che «continua la valutazione delle segnalazioni di miocardite manifestate da un piccolo numero di persone dopo la vaccinazione con i vaccini Covid». Il Prac ha iniziato i controlli ad aprile dopo i primi casi segnalati in Israele. «La maggior parte è stata lieve e si è risolta in pochi giorni e riguardavano principalmente i maschi di età inferiore ai 30 anni, con sintomi che iniziavano per lo più entro alcuni giorni dalla vaccinazione con la seconda dose», si legge nel rapporto. «I sintomi della miocardite e della pericardite possono variare, ma spesso includono respiro affannoso, battito cardiaco accelerato, che può essere irregolare, e dolore toracico», spiega ancora il Prac. Le condizioni di solito migliorano spontaneamente, o con i farmaci. La raccomandazione è quella di avvisare subito il proprio medico se compaiono questi sintomi. La valutazione va ancora avanti. L’Ema sta collaborando con l’autorità di vigilanza israeliana e si riserva di «aggiornare le raccomandazioni, se necessario».

 

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