La dura vita del virologo
Annunziata gela Crisanti: "Vorrei non rivederla più". E lui resta di stucco: "Mamma mia!"
"Arrivederci ma tanto mi sa che ci rivedremo qua... Vorrei non rivederla". Lucia Annunziata congeda così il virologo Andrea Crisanti, che ha ripreso un tour de force negli studi televisivi dopo il "pasticcio", così l'ha definito oggi, del governo sul vaccino AstraZeneca, prima dato a tutti, anche ai giovanissimi, e ora previsto solo agli over 60 con l'incognita degli effetti di una seconda dose con Pfizer e Moderna. Dopo il doppio appuntamento a Otto e mezzo, da Lilli Gruber su La7, Crisanti arriva come il caffè dopo il pranzo domenicale nello studio di Mezz'ora in più domenica 13 giugno.
"Vorrei non rivederla ma non succederà", lo saluta con un sorriso la Annuziata, e il virologo rimane di stucco. "Mamma mia..." poi si scioglie in una risata, "Per lo meno in altre occasioni", commenta, e la conduttrice: "Ma sì, un augurio...".
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Nel corso della trasmissione Crisanti aveva rilanciato le pesanti critiche sulla gestione del caso AstraZeneca: "A questo pasticcio che è stato fatto si cerca di rimediare proponendo la doppia vaccinazione. Personalmente penso che dal punto di vista immunologico scientifico non ci dovrebbero essere problemi, ma rimane il fatto che implementiamo una misura che dal punto di vista sperimentale non è supportata da dati" ha detto il professore ordinario di Microbiologia all’università di Padova riferendosi alle indicazioni sulla cosiddetta vaccinazione eterologa, dopo il caso della diciottenne deceduta dopo essersi vaccinata con AstraZeneca.
In ogni caso "i vaccini sono lo strumento fondamentale per uscire dalla crisi" del Coronavirus. "Se oggi non li avessimo saremmo nella stessa situazione di un anno fa". Ma "è stato fatto un gravissimo errore di comunicazione; l’errore fondamentale è stato il non dire: ’Questi vaccini vengono approvati in via emergenziale', quindi quello che dicono Aifa ed Ema non sono le tavole della legge, ma significa che via, via che si accumulano dati, noi cambieremo le indicazioni", spiega il virologo.
Il fatto è che "i vaccini ai giovani non si sarebbero dovuti dare; questa è una situazione nella quale non ci saremmo dovuti trovare. Perché "le indicazioni del Cts e di Ema erano chiare, ’preferenzialmente agli over 60’. Preferenzialmente significa in assenza di alternative, ma siccome le alternative c’erano, perché c’erano a disposizione Pfizer e Moderna, i giovani non dovevano essere vaccinati con i vaccini a vettore virale". È questo il peccato originale di governo e Regioni che hanno vaccinato con AstraZeneca schiere di giovani, anche dodicenni, negli open day.