Ecco come fabbricare il complotto perfetto. Dai Savi di Sion a QAnon: così opera la dietrologia
Certi indizi sono lì, spiattellati alla luce del sole, ma solo pochi eletti hanno occhi per vederli. Quelli lasciati in giro dal premier Mario Draghi, ad esempio, sono così lampanti da sembrare beffardi. Ma secondo voi avrebbe quel cognome se non fosse un pericoloso rettiliano, un lucertolone mutaforma arrivato sulla Terra da una lontana galassia per dominare la razza umana senza dare troppo nell’occhio?
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Folle, penserete. Eppure nel 2013 erano dodici milioni gli americani che credevano che il governo Usa fosse in mano ai rettiliani, protagonisti di una delle teorie cospirazioniste più assurde e incredibilmente diffuse della storia del complottismo. A fornire il dato dell’istituto Public Policy Polling è Errico Buonanno che parallelamente all’attività di romanziere inanella saggi acuminati su bufale e falsi storici che si celano in credenze, religioni e luoghi comuni della cultura popolare.
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In «Non ce lo dicono - Teoria e tecnica dei complotti dagli Illuminati di Baviera al Covid-19» (Utet, 2021, 270 pp.) lo scrittore romano non si limita a svelare come nascono e si diffondono le dietrologie più famose, ma fornisce al lettore tutti gli strumenti necessari per confezionare una propria narrazione di sicuro successo. Il gioco è un pretesto, va da sé, ma il risultato è accattivante perché si finisce con l’individuare alcuni, sorprendenti tratti caratteristici che accomunano fatti e storie lontani l’uno dall’altro anche migliaia di anni.
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Prendiamo QAnon, la teoria cospirazionista divenuta incredibilmente popolare con Donald Trump alla Casa Bianca. Nata sulla scia di sedicenti verità indicibili lanciate su siti web che garantiscono il totale anonimato come 4Chan, l’idea del complottone che ha tra i suoi seguaci anche alcuni degli assaltatori di Capitol Hill, il 6 gennaio scorso, prevede l’esistenza di una setta elitaria e massonica, capeggiata da Hillary Clinton (anche se per altri è una famosa rettiliana...). La loggia sarebbe dedita a uccidere bambini per berne il sangue oltre che, ça va sans dire, a ordire manovre occulte per governare il mondo. A contrastare la diabolica congrega un manipolo di menti illuminate come lo stesso Trump.
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Passi la sete di potere, antica leva delle umane volontà, ma quella di sangue infantile è piuttosto curiosa. Eppure questo è un canovaccio che accomuna un numero sorprendente di complotti: al nemico, infatti, si attribuiscono le peggiori nefandezze, con una certa predilezione per cannibalismo e pedofilia. Tutto inizia con un maestro di retorica romano, Marco Cornelio Frontone, che accusava i primi cristiani di cospargere i bambini di farina e di mangiarli, bevendone il sangue. Atrocità che, nota Buonanno, deve probabilmente avere a che fare con l’eucaristia dei cristiani, e che apparirà in seguito in un vasto numero di sedicenti «libri segreti» per denigrare, tra gli altri, ordini monastici, politici, regnanti tra cui anche la Regina Elisabetta.
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In altre parole, sembra che tutti i complotti raccontino la stessa storia, e che coloro che creano questo tipo di narrazione con i più diversi scopi vadano a pescare nelle trame che hanno attecchito di più nell’immaginario collettivo. La rassegna è lunga e comprende teorie più o meno strutturate, storie di depistaggi e disinformazione, falsari e pseudo-santoni, antiche e nuove paure. Si va dal piano Kalergi alle insidie del 5G, dagli antisemiti (nonché falsi) protocolli dei Savi di Sion ai Teletubbies "subliminali" che instillano la teoria gender ai bambini, dalle scie chimiche a Bildeberg. Senza tralasciare i personaggi più amati dai dietrologi come Bill Gates e George Soros.
A proposito di mr Microsoft, ma questo Covid esiste davvero o è un tutta una invenzione dei poteri forti? Le «contro-verità» si sprecano, dai vaccini usati per iniettare microchip finalizzati al controllo dell’umanità all’infinità degli indizi nascosti ad arte nelle notizie sul virus. Certo, a voler fare i complottisti, pare quasi che dietro a tutte le dietrologie ci sia una sola, unica manina... Ma tanto non ce lo dicono.