e ora i giovani che fanno?

AstraZeneca, "minata la fiducia nel vaccino". Il virologo Burioni demolisce il Cts e teme il disastro

Una clamorosa inversione ad U sul vaccino AstraZeneca, che mette a rischio l’intera campagna vaccinale e la fiducia degli italiani, soprattutto i più giovani, per il prodotto che serve a contrastare il Covid. L’Italia è pronta a prendere misure drastiche dopo i recenti casi di trombosi e i rischi che superano i benefici negli under60, una certezza arrivata da numerosi studi scientifici, che cresce con il diminuire con l’età. A scagliarsi contro la gestione del vaccino dell’azienda anglo-svedese, che dopo i mesi scorsi è nuovamente finita nell’occhio del ciclone, è Roberto Burioni, professore dell’Università San Raffaele di Milano: “Non sono d'accordo con Claudio Borghi (come al solito) ma devo ammettere che nel caso AstraZeneca è stato fatto di tutto per minare la fiducia nei vaccini. Questo è un grave problema visto che solo la vaccinazione di massa può farci uscire da questo disastro”.

 

 

Il noto virologo ha ripreso un messaggio su Twitter di Borghi, deputato della Lega, che ha sbottato pubblicamente nel leggere l’intervista del professor Mannunccio Mannucci, esperto di coagulazione che avvisava tutti: “La sindrome rara scatenata da AstraZeneca nella fascia 25-60 è stata ammessa. Le alternative ci sono, usiamo quelle”. Il leghista ha citato la dichiarazione e ha chiesto in particolare di mettere giù le mani dai più giovani: “No ma tranquilloni eh? Facciamo fare gli open day e poi pensiamoci. Ma non vanno nemmeno le alternative, lasciate stare i ragazzi”.

 

 

Burioni ha poco dopo spinto di più sulle vaccinazioni con i prodotti a tecnologia mRna: “Finalmente è dimostrato ciò che io ho sperato (e creduto) dal primo giorno. I vaccini più potenti rendono la comunità immune impedendo la trasmissione. La notizia più bella che poteva arrivare. Adesso le cose si mettono veramente bene”. Non resta che attendere la decisione del Comitato Tecnico Scientifico.