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Saman Abbas, l'audio disperato al fidanzato: "Se non mi senti più..."

Giorgia Peretti
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La storia di Saman Abbas continua a tenere banco negli studi di “Chi l’ha visto?”, nella puntata di mercoledì 9 giugno. Il programma di Rai 3 dedicato ai casi di cronaca avvolti nel mistero, sotto la conduzione di Federica Sciarelli, torna a fare luce sulla tragica morte della ragazza pachistana "colpevole" di essersi opposta al matrimonio combinato.

 

La diciottenne, secondo gli ultimi aggiornamenti degli inquirenti sarebbe stata uccisa per mano dello zio con la complicità di tutta la famiglia perché desiderava vivere all’occidentale e rifiutava le nozze programmate con un lontano cugino in Pakistan. Stando alle ultime novità, uno dei cugini che avrebbero preso parte all’occultamento del cadavere è stato estradato dalla Francia. L’uomo era stato filmato assieme a un altro cugino e uno zio, ancora ricercati, mentre andavano con delle pale verso il terreno dove sono in corso le ricerche del corpo.

 

Nuove testimonianze e nuovi documenti ripercorrono il clima di terrore in cui era immersa la giovane ragazza di Novellara. I genitori le tolgono tutto, documenti, cellulare, lei viene accolta in una comunità ma poi è costretta a tornare a casa per recuperare le sue cose e abbandonare la casa. La sera del 30 aprile Saman litiga con la famiglia perché voleva allontanarsi per sempre da loro e manda il terribile messaggio al fidanzato Ahmad: "Ho sentito che dicono: 'uccidiamola', una cosa del genere. Mia madre mi ha detto che non parlavano di me, ma di una ragazza che è scappata in Pakistan… Vedremo quello che è scritto nel destino e quello che non è scritto. Se sono chiacchiere... ma possono arrivare a fare questo gesto. Non so cosa succederà, va bene lasciamo fare al destino”.  Un destino crudele quello di Saman che da lì a poco gli toglierà per sempre la vita.

 

In esclusiva ai microfoni di Rai 3 parla il fidanzatino Ahmad, pachistano anche lui residente in un’altra regione d’Italia: “L’ultima volta che l’ho sentita era il 30 aprile alle 11:22 per messaggio. Mi ha detto: “se tra uno o due giorni non ti chiamo, tu vai subito dai carabinieri e dì che mi è successo qualcosa. Io vado dai carabinieri, loro mi hanno detto: 'vai a casa Saman sta bene, vai a casa'.  Poi sono andato dall’avvocato della comunità di Bologna e poi si è iniziato a indagare. Io sono andato il 4 maggio dai carabinieri perché erano 4 giorni che non sentivo Saman”.

 

Il ragazzo dunque non sottovaluta la situazione e segue le indicazioni di Saman, da lì a poco però, lei finisce nelle mani dello zio. Il ragazzo ad oggi continua a ricevere le intimidazioni del padre della ragazza: “Ho paura, lui mi scrive ancora”. “Abbiamo fatto un lavoro fatto bene”, questo il messaggio dell’uomo alla famiglia della ragazza poco dopo la morte di Saman.

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