Scarsa protezione della scorta per l'ambasciatore italiano Luca Attanasio ucciso in Congo. Ora c'è un indagato
C’è un indagato nel fascicolo per la morte dell’ambasciatore italiano, Luca Attanasio, e del carabiniere Vittorio Iacovacci, avvenuta in Congo. Si tratta di un funzionario congolese del Pam (Programma alimentare mondiale). L’uomo è accusato dalla procura di Roma di «omesse cautele» in relazione all’omicidio dei due cittadini italiani. L’indagato era il responsabile della sicurezza della sicurezza del convoglio nel quale viaggiavano Attanasio e Iacovacci.
Nell’agguato avvenuto nell’area nord dell’est del Congo era rimasto ucciso anche l’autista del mezzo. L’iscrizione è avvenuta dopo l’audizione del funzionario avvenuta nelle scorse settimane. Le indagini dei carabinieri dei Ros sono coordinate dal procuratore di Roma, Michele Prestipino, e dal pm, Sergio Colaiocco.
Resta invece senza indagati il filone principale, nel quale si ipotizza il reato «sequestro con finalità di terrorismo», in relazione alla morte dell’ambasciatore italiano, Luca
Attanasio, e del carabiniere Vittorio Iacovacci, avvenuta in Congo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, che hanno affidato gli accertamenti ai carabinieri del Ros, i due italiani sono morti nel corso di un conflitto a fuoco tra la banda di sei sequestratori, armati di kalashnikov e macete, e i Ranger del parco di Virunga, nella zona nord-est del Paese africano, intervenuti sul luogo.
Attanasio e Iacovacci erano stati prelevati dalla gip dalla banda e portati all’interno della foresta. Dopo circa un chilometro l’intervento dei guardia parco e la sparatoria. Nel corso del conflitto il carabiniere Iacovacci tentò di allontanare l’ambasciatore dalla linea di fuoco, ma i due rimasero uccisi dai proiettili esplosi dagli assalitori.