Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

La fidanzata di Michele Merlo: per sempre nel mio cuore. La procura indaga per omicidio colposo

  • a
  • a
  • a

«Grazie, grazie di tutto, per sempre nel mio cuore». Inizia così il commovente addio di Luna Shirin Rasia al suo fidanzato, il cantante 28enne Michele Merlo ucciso da un’emorragia cerebrale nella tarda serata di domenica mentre era ricoverato nel reparto si terapia intensiva dell’ospedale Maggiore di Bologna. «Il destino ci ha fatti incontrare e come per magia ci ha fatto vivere momenti di amore puro, di gioia immensa in piccoli momenti e gesti, quelli che tanto amavamo» scrive sul social la fidanzata, postando alcune foto che li ritraggono insieme. «Ti ringrazio infinitamente per avermi fatto credere in me stessa e nell’amore. Non so quando e se sarò pronta a rituffarmi in questo mondo, ma ci riuscirò, te lo prometto cuore mio, perché la forza che mi hai dato tu nessun altro mai riuscirà a darmela. Vivrò a pieno la vita per me e per te, sarai sempre in tutti i miei momenti e pensieri. Ora smetti di sognare e vola tra le stelle e tuffati dentro al mare», conclude Luna Shirin Rasia. 

 

Intanto la Procura della Repubblica di Bologna ha aperto un fascicolo per indagare sulla morte di Michele. L’ipotesi di reato, fa sapere la Procura, è omicidio colposo, così come previsto dall’articolo 589 del codice penale. L’apertura del fascicolo è arrivata, come atto dovuto, dopo la denuncia sporta oggi dai genitori di Michele, Domenico e Katia, denuncia che era stata anticipata questa mattina sia in una nota che in una intervista rilasciata al quotidiano locale Il Resto del Carlino. Dopo la notizia, diffusa ieri, dell’indagine interna avviata dall’Ausl di Bologna, Domenico Merlo aveva assicurato che «sicuramente una indagine la faremo partire noi: mi sono già rivolto agli avvocati e abbiamo intenzione di sporgere denuncia. Ci sono moltissime ombre e noi vogliamo chiarezza». E così è stato. La denuncia è arrivata, così come la richiesta di eseguire un’autopsia sul corpo del figlio. Autopsia disposta dalla procura. Una tragedia quella di Michele Merlo che, secondo i genitori, poteva essere evitata a partire dal primo accesso in ospedale, quello di mercoledì 2 giugno al pronto soccorso di Vergato. Proprio da quel momento, con il ragazzo rispedito a casa dal medico con il rimprovero di «non intasare gli ospedali per un mal di gola e due placche» è iniziata un’agonia che si è conclusa con la morte. Domenico Merlo ricostruisce gli ultimi giorni di Michele, e si dice sicuro che, dati i sintomi del figlio - placche, febbre, mal di gola, mal di testa, sangue dal naso ed ematomi su tutto il corpo - «un medico poco più attento si sarebbe accorto che qualcosa non andava, avrebbe riconosciuto i sintomi della leucemia e disposto gli accertamenti». Ora spetterà agli investigatori, agli inquirenti e al medico legale fare luce sulla morte di Michele Merlo, per comprendere se quanto avvenuto avrebbe potuto essere evitato. 

Dai blog