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Mai con turisti a bordo prima di maggio, la difesa di Tadini sui forchettoni

Giorgia Peretti
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La strage di Stresa continua a tenere banco nelle puntate de L’aria che tira. Il programma di approfondimento mattutino sotto la conduzione di Myrta Merlino, in onda tutti i giorni su La 7, torna a parlare della tragedia avvenuta sulla funivia del Mottarone, in Piemonte, dove sono morte quattordici persone, tra le quali una bimba di 2 anni e un bambino di 9, deceduto dopo il tentativo di salvarlo da parte dei medici. L’unico sopravvissuto è Eitan, il bambino di 5 anni che dopo giorni di coma in ospedale, si è risvegliato chiedendo dei suoi genitori. Un’incidente che si è scoperto essere il frutto di una manomissione dei freni di emergenza della funivia, per evitare che la stessa si potesse bloccare ripetutamente durante il tragitto, rendendo così, necessario l’intervento della manutenzione. Per bloccare il gancio di sicurezza è stato apposto un forchettone, ossia uno strumento indicato per impedire, nei casi di emergenza, che la funivia smettesse di funzionare. Un gesto "consapevole", per ovviare ai problemi tecnici ed evitare lo stop. Tutto a discapito della sicurezza dei passeggeri. Intanto, è un quadro "molto grave e inquietante" quello che emerge dagli accertamenti degli inquirenti sulla tragedia del Mottarone.

 

 

 

Tre le persone fermate Luigi Nerini, titolare della società che ha in gestione l'impianto, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore dell'esercizio e capo servizio della funivia. Tadini, nelle ore successive alla tragedia, ha ammesso di aver volontariamente apposto il dispositivo blocca freni, disattivando il sistema frenante di emergenza. Nel corso dei giorni sembra essere emerso anche un video amatoriale di un turista che proverebbe che l’uso del forchettone non è stato un caso unico, bensì una pratica usuale su quella funivia. Il video risalirebbe al 2014, e dalle immagini si nota la presenza del dispositivo blocca freni, a dimostrazione che i freni d’emergenza sarebbero stati disattivati in molte altre occasioni anche in passato.

 

 

 

“Dagli interrogatori degli inquirenti sembrerebbe che Tadini fosse l’unico a decidere di mettere questo forchettone, nessuno sta tirando in ballo gli altri due. Anche loro sapevano?”, questa la domanda dell’inviato de L’aria che tira per l’avvocato del Tadini.  In diretta, da Verbania, l’avvocato risponde così: “Rimane quella che ha letto il giudice sabato mattina, sicuramente sì.” Poi sull’uso del sistema blocca freni: “I forchettoni venivano usati regolarmente per il primo giro a vuoto, per la manutenzione, in alcune situazioni ma mai con la gente a bordo. Prima di questo evento. Tadini mi ha detto così, i forchettoni si sono sempre usati ma solo in quelle precise situazioni", conclude l’avvocato. 

 

 

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