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Tagadà, "no comment". Il virologo Carlo Perno gela Tiziana Panella su Covid e casi sospetti già nel 2019
Vacilla l’ultimo tabù sull’origine del Covid-19: non sarebbe animale. A “Tagadà”, il programma pomeridiano di LA7, martedì 1 giugno, il professor Carlo Federico Perno sposa la tesi dell’immunologo e consigliere della Casa Bianca, Anthony Fauci: “C’è qualcosa che non torna”. Poi gela un collega: “No comment”.
Tiziana Panella, conduttrice di “Tagadà” prova a dipanare la matassa della pandemia da Covid partendo da un servizio in cui si evidenzia che nonostante due inchieste USA sull’origine del virus, le prove raccolte non sono conclusive e definitive anche perché il famigerato laboratorio di Wuhan non ha concesso all’OMS i dati grezzi, ma solo quelli già pubblicati. In più da settembre 2019 la banca dati del laboratorio, fino ad allora accessibile a tutti, è stata oscurata (secondo la versione originale per un cyber attacco). Dunque, senza la collaborazione della Cina, è impossibile stabilire l’origine del virus che ha cambiato il mondo.
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Il professor Carlo Federico Perno, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si dice d’accordo con il mentore Anthony Fauci: “Ho avuto modo di lavorare con lui in America 36 anni fa e ne ho apprezzato la preparazione e la capacità di dire ciò che pensa. Un direttore così importante che si esprime dicendo ‘non sono così sicuro che non sia di origine umana’ non è solo lo scienziato che parla, è anche l’Istituzione. Evidentemente c’è qualcosa che non torna che è necessario chiarire. Dal mio punto di vista di tutti i salti di specie che sono avvenuti negli ultimi decenni, e ce ne sono stati tanti, noi abbiamo sempre trovato l’animale intermedio. Questa volta l’animale intermedio non c’è. C’è qualcosa che non torna”.
Sull’andamento del Covid in Italia, Perno rassicura: “Io guardo i dati e quelli ci dicono che le infezioni e la mortalità stanno crollando, la vaccinazione va avanti a passo spedito e stiamo andando verso l’estate che ci dà un po’ di respiro. Le cose vanno benino in base ai fatti. Se non faremo idiozie, siamo sulla buona strada”.
Ma la Panella gli fa ascoltare il racconto del professor Bruno Amato, chirurgo vascolare del Policlinico Federico II di Napoli, su un ipotetico paziente -1: “Un paziente Covid definito -1? Non è una competizione con Codogno, ma già nell’aprile del 2019, un anno prima dell’epidemia dichiarata, ebbi una richiesta di un paziente napoletano che veniva da Bangkok ricoverato per una malattia strana: febbre, polmonite, dolori addominali, difficoltà respiratoria e trombosi accentuata alla vena cava inferiore. Si era ammalato in un albergo di Bali dove c’era una comitiva di cinesi proveniente da Wuhan che festeggiavano il Capodanno cinese.
All’epoca era un dato non suscettibile di interesse. Gli esami dell’ospedale di Bangkok non portarono ad alcune diagnosi precisa nonostante l’infiammazione accentuata. Successivamente il paziente ci ha chiesto se potesse essere Covid, abbiamo richiesto tutte le cartelle cliniche e gli esami seriologici, ma nemmeno noi possiamo essere certi perché la malattia risale a due anni fa. quello che posso dire è che i dati non furono interpretati come Covid, ma c’erano molti, moltissimi indizi. Abbiamo potuto fare una diagnosi non certa bensì di presunzione”.
La giornalista chiede un’opinione al professor Perno e viene gelata da uno scettico: “No comment”. Cala il silenzio e la Panella si rifugia un sorriso imbarazzato: “Adoro quando Perno fa così, non si capisce a cosa pensa. Quindi lei esclude che circolasse in Italia nel 2019?”, “Assolutamente. E’ impossibile che girasse a dicembre 2019, ripeto no comment” è la laconica risposta dell’immunologo. Il chirurgo Amato, sconcertato e turbato dalla risposta del collega, specifica meglio: “Sono assolutamente d’accordo che il virus non circolasse, ma potrebbe essere accaduto che un paziente si fosse già ammalato”.
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