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"Basta paura dopo 17 anni". Grido di dolore dell'avvocato della famiglia di Denise Pipitone sulla lettera anonima

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Il rapimento di Denise Pipitone sta occupando sempre più spazio all’interno della televisione italiana nonostante la scomparsa della piccola risalga addirittura al 1 settembre 2004. A Store Italiane, condotto da Eleonora Daniele su Rai1, nella puntata del 31 maggio è ospite Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, madre della bambina siciliana finita nel nulla da troppi anni. L’avvocato negli ultimi giorni ha evitato ogni commento sull’anonimo testimone che ha scritto una lettera con numerosi dettagli, ma dopo le indiscrezioni emerse ha deciso di dare la propria versione dei recenti accadimenti: “Non si è fatto vivo con me. Io lo sto attendendo ancora, non è vero che l’ho incontrato, e comunque se l’avessi visto e lo dicessi sarebbe gravissimo. Io l’attendo l’anonimo, ma se rimane tale vale zero. Parlate, venite in Procura, non bisogna più avere paura dopo 17 anni, basta”.

 

 

Dopo il suo appello Frazzitta pretende di far chiarezza sull’andamento dell’indagine e smentisce che lui sappia qualcosa di nuovi indagati: “Non stiamo a dover confermare se sono false o meno le indiscrezione fornite dai giornalisti, noi non dovremmo né confermare e né escludere. Non dobbiamo essere ipocriti, i giornalisti e le inchieste giornalistiche di questi due mesi hanno certamente consentito di poter aiutare la Procura a riaprire l’indagine. Non c’è ombra di dubbio. Ma non sappiamo chi sono gli indagati, potrebbe anche essere un fascicolo contro ignoti, non è detto che sia vera la notizia emersa su due indagati. Se c’è un’indagine in corso il lavoro dei giornalisti deve proseguire con gli elementi già emersi con il cold case, cioè i fatti che già si conoscevano, andare ad approfondire e tutto. Ma noi dobbiamo fare il nostro”.

 

 

“Sono diciassette anni che so e sono serissimo, non ho parlato per paura. Mi trovavo a bordo della mia auto a Mazara del Vallo e sono stato affiancato da un'altra vettura. Ho guardato all'interno dell'abitacolo e ho visto Denise con altre tre persone. Ne sono assolutamente sicuro. Con lei c'erano tre uomini. La bambina piangeva e chiamava la mamma”, il testo della lettera scritta dall’anonimo, un testimone chiave per arrivare alla verità. Questa persona deve farsi avanti.

 

 

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