"L'Europa dica la verità sui vaccini". Lettere di fuoco tra gli scienziati ribelli e l'Ema
"Respingiamo fermamente ogni accusa di compiacenza e di occultamento della verità. L’Ema sta fornendo maggiore trasparenza delle sue attività di regolamentazione su trattamenti e vaccini per il Covid-19, anche oltre a quanto è previsto per gli altri medicinali". Inizia con queste parole la lettera di fuoco pubblicata sul suo sito in data 25 maggio dall’Agenzia europea per i medicinali, l’Authority che in questi mesi ha autorizzato tutti i vaccini che vengono somministrati nel nostro Paese. Un documento di sei pagine con cui l’Ema replica alle pesanti accuse ricevute dall’associazione "Doctors for Covid ethics" (Medici per l’etica Covid) in due lettere del primo e venti aprile scorso. Critiche indirizzate direttamente alla direttrice dell’Agenzia Emer Cooke, ma anche alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e al presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
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I medici contestatori sono più di cento tra scienziati e professori universitari provenienti da tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Regno Unito, dalla Germania alla Francia fino alla Spagna. Molti di loro sono epidemiologi, esperti di malattie infettive, microbiologi, chimici e biologi. Avevano scritto una prima lettera già il 28 febbraio scorso. Anche in quel caso l’Ema aveva risposto. Ma i medici hanno ritenuto che le rassicurazioni ricevute fossero insoddisfacenti. Così sono tornati all’attacco. Nell’ultima lettera, datata 20 aprile, scrivono: "Le nostre preoccupazioni riguardo ai vaccini basati sui geni non si limitano a quello di AstraZeneca, ma anche a Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson. La nostra preoccupazione più seria è che voi date l’impressione che la trombosi del seno venoso cerebrale (CVST) sia un evento avverso molto raro. In effetti, è vero probabilmente il contrario. I sintomi cardinali del CVST dominano l’elenco delle reazioni avverse". Ecco quali sono: "Mal di testa lancinante, nausea e vomito, coscienza alterata, linguaggio alterato, visione alterata, problemi di udito, paralisi di vario grado in varie sedi e perdita del controllo motorio".
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I medici no-vax continuano: "Riteniamo che il numero di decessi dovuti ai vaccini basati sui geni, che avete pubblicamente ammesso, sia solo una piccola percentuale del numero effettivo di decessi dovuti a questi vaccini". Tutte queste accuse girano intorno ad un punto cruciale, ovvero che i vaccini fino ad ora approvati - secondo questi medici - siano da considerarsi "farmaci sperimentali", e come tali vadano trattati. Nella lettera del primo aprile, infatti, scrivono: "Le nostre preoccupazioni derivano da più fonti di prova, incluso il fatto che la "proteina picco" SARS-CoV-2 non è una proteina di aggancio passivo, ma è probabile che la sua produzione avvii la coagulazione del sangue attraverso molteplici meccanismi. Purtroppo, la vostra risposta del 23 marzo non è convincente ed è inaccettabile. Un approccio così sprezzante alla sicurezza dei vaccini crea l’impressione sgradita che l’Ema stia servendo gli interessi delle stesse aziende farmaceutiche i cui prodotti è vostro dovere valutare".
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Un attacco frontale che l’Ema ha scelto di non ignorare. Tanto che, in nome della trasparenza, ha pubblicato sul proprio sito una risposta dettagliata. Innanzitutto, l’Agenzia europea spiega che "una volta che ad un medicinale è stata concessa un’autorizzazione all’immissione in commercio da parte di un autorità, non può più essere considerato un prodotto in fase di sperimentazione".
Inoltre, l’Ema aggiunge che "non sono stati eseguiti e non sono stati necessari esperimenti in vitro dedicati sulle cellule endoteliali, perché in base ai risultati degli studi sulla biodistribuzione e sugli studi tossicologici, non ci sono segni di tossicità a livello del sistema vascolare". Tradotto: i controlli eseguiti sono sufficienti. Segue poi una dettagliata spiegazione dei test effettuati sugli animali. Senza addentrarci troppo negli aspetti tecnici, la risposta finale dell’Ema non poteva che essere la seguente: "I vaccini sono sicuri". E chi avesse ancora dei dubbi può sempre informarsi di prima persona sul sito dell’Agenzia.