emergenza

Ritardi sul vaccino nella Regione Lazio: centomila nonni senza prima dose

Antonio Sbraga

Vegliardi e non vaccinati: nel Lazio ci sono ancora 106.570 nonni «in attesa di prima dose». A quantificarlo è il nuovo Report settimanale stilato dal commissario straordinario per l'emergenza-Covid, Francesco Paolo Figliuolo. Si tratta di 26.701 over-80 (pari al 6,48%) e 79.869 over-70 (14,48%). Un dato destinato a raddoppiare con gli over-60, la fascia d'età nella quale il Lazio risulta indietro alla media nazionale: il ciclo completo delle 2 dosi è stato somministrato, infatti, al 17,1% contro il 22,9% dell'intera penisola, come ha quantificato la Fondazione Gimbe nella classifica che vede la Regione al terz'ultimo posto. Ma l'Unità di Crisi Regione Lazio replica fornendo le «percentuali di copertura della popolazione target: Over 90: 99,9% prima dose, 90% seconda dose; Over 80: 93% prima dose, 86% seconda dose; Over 70: 85% prima dose, 38% seconda dose; Over 60: 75% prima dose, 20% seconda dose. Il 46% della popolazione adulta ha ricevuto la prima dose di vaccino. Oltre il 21,5% ha completato il ciclo vaccinale».

 

 

Da domani saranno disponibili i ticket virtuali (sulla app Ufirst, fino ad esaurimento disponibilità) dell'Open Astrazeneca over 18 con ticket virtuale per tutti i maggiorenni, dal 2 al 6 giugno. Ma, mentre le vaccinazioni in farmacia sono già prenotabili sul sito della Regione, quelle per i medici di famiglia ancora no. E sale l'insofferenza dei camici bianchi: «Stanno giungendo proposte a medici di famiglia per l'effettuazione di vaccinazioni o triage anamnestici per conto delle farmacie - scrive il sindacato Fimmg - Ma la collaborazione tra due soggetti accreditati con il Servizio sanitario nazionale non è permessa: invitiamo tutti a non accettare tali collaborazioni». Fimmg avverte anche «Asl e strutture che stanno inviando i pazienti ai medici di famiglia per scaricare il certificato vaccinale». Ma i camici bianchi possono rilasciare attestazioni «solo per le somministrazioni effettuate dallo stesso medico di famiglia e non per conto terzi».