Mezz'ora In Più, "servono virologi veri". Lo sfogo sui vaccini del presidente Aifa Giorgio Palù
A “Mezz’ora in più”, il talk di Rai3, domenica 30 maggio, il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, assicura e rassicura sui vaccini contro il Covid-19 per gli adolescenti dal 12 anni in su, ammette che la verità sull’origine del virus non la conosceremo mai “senza la collaborazione della Cina” e manda una frecciatina ai quelli colleghi perennemente in tv: “Servono virologi veri”.
Il virologo e presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, è favorevole al vaccino per i giovani e garantisce che gli effetti collaterali sono minimi: “Non è ancora ufficiale il vaccino Pfizer al di sopra dei 12 anni. Potrò confermarne l’uso quando l’Aifa darà il permesso, i dossier ci arrivano, siamo in contatto con l’Ema, la cosa sarà valutata dal direttore generale e dal CTS, solitamente dopo il via libera l’Aifa ci mette poco a ufficializzare e penso che la vaccinazione avverrà nei tempi più rapidi possibili. Gli studi che ho letto è che l’efficacia sui giovani dai 12 anni è del 100%, molto elevata la protezione dopo la prima dose, al 100% dopo la seconda dose. Gli effetti avversi sono minimi. E’ importante proteggere gli adolescenti per limitare la catena del contagio”.
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Il virologo, collegato in video con Lucia Annunziata, si sbilancia anche sull’ipotesi che il Covid-19 sia nato in laboratorio: “Non mi interessano suggestioni spionistiche. Io ho detto e scritto in alcune pubblicazioni internazionali che forse la verità non la sapremo mai, tutte le ipotesi sono sul tappeto. Che l’origine sia dei pipistrelli è evidente, ma come sia arrivato all’uomo non lo sapremo mai senza la collaborazione dei cinesi. Ci sono cose sospette: ci manca l’ospite intermedio, non sappiamo quale animale era l’intermedio tra pipistrello e specie umana, come ha fatto il salto di specie, non si è mai trovata traccia di un ospite intermedio in questi anni e poi c’è il fatto che il virus abbia acquisito delle strutture di amminoacidi che non lo rendono più pericoloso per i pipistrelli e manca l’ospite intermedio, ci sono costruttori non specifici del pipistrello. Se viene selezionato per infettare cellule umane viene umanizzato”.
La pandemia da Covid-19 ha cambiato il mondo e il professor Giorgio Palù avverte: “Quale lezione ci ha lasciato? Quello che abbiamo appresso è sintetizzato nel Global Health di Roma cioè dobbiamo avere informazioni, si deve avere comunicazione nel mondo della scienza, serve disponibilità di notizie, ma anche disponibilità di campioni di vaccino, siamo l’unica specie rimasta sulla Terra e dobbiamo collaborare per scambiarci le informazioni, per i farmaci, per la conoscenza delle sperimentazioni e serve trasparenza: tutti i laboratori devono essere visitati da enti terzi per avere conoscenza di cosa fanno per le conseguenze ovvie che ne possono derivare”.
Il presidente dell’Aifa ha concluso con un monito sulle varianti e una bacchettata alla Gran Bretagna come ha fatto ieri il professor Roberto Burioni: “Non è vero che in Italia non c’è la variante indiana. La verità è che noi sequenziamo meno degli altri, siamo solo intorno all’1%, mentre negli altri Paesi intorno al 30-35%. La mutazione indiana circola anche da noi, la prevalente è quella inglese, poi abbiamo quella nigeriana, sudafricana e sudamericana. Non dobbiamo essere preoccupati però, è normale che il virus muti. La variante indiana può essere controllata, solo che ora gli inglesi si stanno accorgendo che bisogna vaccinare con due dosi perché con una sono protetti intorno al 30%. Serve il sequenziamento, serve la ricerca e lo studio. Ecco a cosa servono i virologi veri”. Una stoccata del sempre misurato e rigoroso Palù ai colleghi-star tv che non è sfuggita alla Annunziata: “Mi piace questa puntura finale che riapre il dibattito”.
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