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Domenica In, "virus dal laboratorio di Wuhan..." La virologa Gismondo su Oms e ispezione in Cina

Giorgia Peretti
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Si discute sull’andamento della pandemia negli studi di Domenica In. Il programma contenitore del pomeriggio condotto da Mara Venier, come di consueto dedica ampio spazio al Covid con ospiti esperti nel campo. La puntata di domenica 30 maggio, il salotto di Rai 1, accoglie Maria Rita Gismondo, microbiologa dell’ospedale Sacco di Milano chiamata a commentare il decorso delle aperture. La dottoressa sembra essere soddisfatta dei passi avanti compiuti dalle riaperture e si dice abbastanza tranquilla sulla possibilità di un’eventuale quarta ondata annunciata dopo il rialzo dei casi in Gran Bretagna.

“Non dobbiamo allarmaci per questa nuova ondata perché per il momento i casi registrati della variante indiana in Uk, appartengono a delle aree precise in cui il tasso di vaccinazione è molto basso. Si sta diffondendo la variante indiana che sembra essere infettiva come è stata inizialmente la Uk ma con questi vaccini non stiamo inseguendo il virus con l’obiettivo di eliminarlo, continuerà a circolare ma non ci darà la gravità della malattia”.

Insomma, secondo la Gismondo tutto sarebbe sotto controllo per il momento. E sul tema delle riaperture, Mara Venier, sottolinea come ci siano stati pareri contrastanti proprio tra gli stessi scienziati. Il suo collega del Sacco di Milano, Massimo Galli non era affatto d’accordo con le riaperture ma su questo la professoressa Gismondo ha commentato così: “Alcuni colleghi del Sacco non erano d’accordo, diciamolo che è un modo anche caratteriale e personale. Massimo Galli si preoccupa al primo apparire di un caso. Mentre io guardo alle dimissioni dalla terapia intensiva, poi mi preoccupo. Io sono ottimista ad oltranza e lui pessimista ad oltranza.”

Dopo aver annunciato il suo breve periodo di dieta dalla televisione, Galli, nell’ultima puntata di Carta Bianca dalla Berlinguer ha commentato così i numeri della pandemia in forte calo: “Tiro un sospiro di sollievo, ma dobbiamo continuare a fare attenzione”. Insomma, sembra che anche il più scettico tra gli esperti si stia ricredendo.

Infine, il terribile sospetto della Gismondi sull’origine del virus: “È probabile che il coronavirus sia uscito dal laboratorio, il problema è che non lo sapremo mai perché un caso geopolitico – sottolinea - quindi non c’è interesse nel farlo sapere. La Cina purtroppo non collabora e non condivide i dati quindi il dubbio c’è. Con una Cina che non collabora anche con l’ispezione dell’Oms, come si fa ad arrivare alla verità?” chiede retorica. Poi conclude: “Il virus, senza nessun dolo, può essere uscito dal laboratorio. Può capitare che avvenga un incidente”.

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