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Funivia Stresa-Mottarone, nessuna grazia dallo zio di una vittima: "In Italia si muore per il profitto, impossibile perdonare"

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“Perdonare sarà impossibile”. La tragedia della funivia Stresa-Mottarone ha fatto 14 vittime e ogni giorno che passa aumentano le responsabilità dei gestori della cabinovia: alla luce di quanto emerso è scoppiata la furia dei familiari dei deceduti, tra cui quella di Corrado Guzzetti, zio di Mattia Zurloni, bimbo di 5 anni morto con il padre Vittorio Zurloni, 55 anni, e la madre Elisabetta Personini. Guzzetti non si trattiene a Dritto e rovescio, programma di Rete4 condotto da Paolo Del Debbio: “Questo non è un errore umano, questa è una scelta di un errore umano. Un qualcosa di diverso. Qua si sapeva che c’era quel pericolo, quindi non è un errore, sapevano di questo problema. Non è normale che una persona che porta il figlio, la moglie, la compagna a fare una giornata di svago dopo un periodo simili vada a morire così, ma lui come tutte le persone che c’erano sopra. E muori così? Perché uno doveva guadagnare perché la pandemia ha fatto perdere o la situazione ha fatto perdere…In qualsiasi strage che c’è in Italia, anche le stragi sul lavoro, le morti sul lavoro, si muore per il profitto”.

 

 

“Nella cosa brutta, mio nipote è morto e loro sono morti tutti. È - va avanti lo zio - una tragedia familliare nostra perché rimaniamo. E quel bambino che è rimasto? Cosa può avere quel bambino nella vita? Ma si rendono conto che hanno lasciato solo un bambino? Che gli hanno ammazzato tutti quelli intorno? Gli è rimasta solo una zia... Che li hanno ammazzati è appurato, perché li hanno ammazzati, non altro, li hanno ammazzati”

 

 

Perdonare? La domanda della giornalista che ha raggiunto Guzzetti telefonicamente: “No - la secca risposta che chiude l’intervista - secondo me è impossibile perdonare, non penso che nessuno perdoni una cosa del genere”.

 

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