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Lo sfregio di Fedez, come risponde alla Vigilanza Rai

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Fedez sbeffeggia la commissione di vigilanza Rai. E alla richiesta di mandare una memoria su quanto accaduto con il suo intervento al concertone del primo maggio ha risposto con una mail che conteneva tre emoticon di pagliacci.

 

Un testo che non è piaciuto al presidente della Vigilanza, Alberto Barachini, che ha informato i commissari oggi durante le audizioni in corso sul ruolo e la funzione della Rai in relazione ai cambiamenti del mercato audiovisivo, commentandola così: «La Commissione parlamentare di Vigilanza ha rispettato Fedez, mentre lui non rispetta istituzioni. Sono amareggiato». Ma già ieri sera il cantante aveva ironizzato sulla scelta della Vigilanza di non accettare la sua richiesta di audizione ma di chiedere una memoria difensiva: «Paura eh! Questi erano quelli del ’serve un contraddittoriò». 

Il rapper ha poi aggiunto, riferendosi alle parole con cui il segretario della commissione bicamerale, Massimiliano Capitanio della Lega, aveva annunciato lunedì la querela della Rai nei suoi confronti: «Il leghista che ieri ha annunciato la querela della Rai nei miei confronti diceva questo: ’Ci siamo già dichiarati disponibili ad accogliere la richiesta di Fedez di venire in Vigilanza». Sotto, il commento del rapper: «E oggi si rifiutano di ascoltare la mia versione dei fatti in commissione di Vigilanza Rai. Ne prendo atto.

Non credo ci sia nulla da aggiungere». Ma le critiche verso Fedez sono bipartisan e arrivano anche dal Pd. Valeria Fedeli, capogruppo dei Dem in commissione commenta così: « Fedez è libero di esprimere il suo pensiero e la sua opinione ma irridere e offendere un’istituzione è una mancanza di rispetto non tanto e non solo verso noi commissari e commissarie ma verso le cittadine e i cittadini che le istituzioni rappresentano.  Fedez si confronti nel merito senza denigrare i propri interlocutori. Se il signor Lucia (cognome del rapper Fedez, ndr), che aveva chiesto di essere audito in relazione al caso del Concertone del 1 maggio, non è d’accordo a inviare una memoria scritta come proposto dalla Vigilanza Rai, lo dica a parole e in modo civile, con rispetto ed educazione».

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