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Dimartedì, il generale Figliuolo stende la Murgia e poi Sallusti distrugge Santoro: "Becero qualunquismo antimilitarista"

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Il generale Francesco Paolo Figliuolo al centro della discussione nella puntata del 25 maggio di Dimartedì, programma condotto da Giovanni Floris su La7. Il commissario straordinario per l’emergenza Covid è ospite in studio e ha risposto alle parole di Michela Murgia che aveva detto: “Probabilmente da un uomo che viene da un contesto militare non ci si può che aspettare un linguaggio di guerra. Mi domando se questo linguaggio sia quello giusto da utilizzare con chi non è militare, ovvero tutto il resto del Paese. A me personalmente spaventa avere un commissario che gira con la divisa, non ho mai subito il fascino della divisa. Gli unici uomini che ho visto in divisa davanti alle telecamere che non fossero poliziotti che stavano dichiarando un arresto importante sono i dittatori negli altri Paesi. Quando vedo un uomo in divisa mi spavento sempre, non mi sento più al sicuro. Non sono sicura che la categoria bellica sia una categoria con cui si può responsabilizzare un Paese, ci spaventa di più".

 

 

"Io spero - la replica di Figliuolo dopo che è stato riproposto il video della Murgia - che questa divisa rassicuri. Questa divisa è un'uniforme che per me vuol dire oltre 40 anni di impegno, di passione e di orgoglio”. “Sono una persona comune - va avanti il Generale - che ha avuto la fortuna, con tanto sacrificio e tanta passione, di vincere un concorso all'Accademia Militare, di impegnarmi, di studiare, di operare sul campo e fare attività organizzativa, di raggiungere il vertice della mia forza armata. Sono sempre stato al servizio dell'Italia, del mio paese, e in tutte le attività in Italia e all'estero ho visto tanta gente soprattutto nei posti più martoriati del mondo e quando vedevano un uniforme, soprattutto le uniformi dei militari italiani, vedevano giustizia e protezione”. Perché è stato scelto un militare? domanda Floris a Figliuolo: “Penso - la risposta - servisse una persona che decida rapidamente in base alla capacità di saper fare pianificazione operativa e logistica tenendo ben presente tutte le variabili che scendono in un campo così complesso come quello della campagna vaccinale nazionale”.

 

 

Il tema è stato poi ripreso nel corso della stessa puntata da Michele Santoro: “Figliuolo in divisa? Michela Murgia è l'unica che si spaventa, ma capiamo cosa vuol dire...È un segnale vedere il bastone del comando in mano ad un militare in un'operazione civile. Durante il Covid la retorica della guerra ha invaso il nostro Paese. Non è il caso di scatenare gli eserciti contro il virus”.

Tali parole fanno imbufalire Alessandro Sallusti, direttore di Libero collegato con Floris: “Del ragionamento di Santoro mi colpiscono due cose, la prima che un uomo intelligente come lui si abbassi al più becero del qualunquismo antimilitarista, visto che i civili hanno fallito, Arcuri e Conte ci hanno provato e non ci sono riusciti, secondo i militari sono i custodi della democrazia, perché dire che non c’entrano con la democrazia, giurano sulla Repubblica e sull’unità del Paese, muoiono per questa cosa. Voglio vedere se dove abita Santoro c’è un alluvione o un incendio e arrivano i militari e lui dice ‘no, no, sono militari, lasciate che la mia casa bruci e che i miei familiari muoiano perché sono militari’”.

 

 

Santoro non arretra di un centimetro e approfondisce il proprio pensiero: “Se c’è un incendio dalle parti di casa mia spero che arrivino i vigili del fuoco e non i carri armati. Se dobbiamo polemizzare non bisogna usare argomenti semplicemente demagogici. Sono il primo a riconoscere l'importanza e il valore dell'esercito, quello che sto cercando di dirvi, magari disperatamente, è che in un momento nel quale la democrazia per forza di cose è stata ridotte e in qualche maniera è stata commissariata, anche i simboli hanno una loro importanza. La Protezione Civile non ha il compito di Esercito in un paese. La democrazia conta così poco, il dibattito è spento, il Parlamento è separato, i consigli comunali non si riuniscono, i consigli regionali sono ridotti agli uomini che fanno i presidenti e ci metto anche i generali in campo vuol dire che sto dando un segnale”. E a questo punto Sallusti laconico chiude il discorso: “Ma se il generale funziona…”.

 

 

 

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