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Vaccino ai giovani, cortocircuito tra Figliuolo e il consulente Rasi: fondamentale allargare le somministrazioni

Il vaccino ai giovani è uno dei temi che maggiormente occuperà gli spazi dei media nei prossimi giorni visto che per il 28 maggio è atteso il parere dell’Ema sulla somministrazione del prodotto Pfizer/BioNTech contro il Covid per la fascia d’età 12-15 anni. L’argomento viene affrontato anche da Agorà, programma mattutino di Rai3 condotto da Luisella Costamagna, che per capire meglio la situazione ha interrogato il microbiologo dell’Università di Roma Tor Vergata Guido Rasi sui prossimi passi da compiere: “Il vaccino è già stato approvato dalla Fda in America e quindi sarà approvato sicuramente all’Ema Allargare la vaccinazione ai giovanissimi è fondamentale perché fa parte del secondo pilastro della gestione della pandemia di Covid-19 e cioè stroncare i punti di possibile diffusione maggiore dell’infezione da Sars-CoV-2, che significa agire su quelli che girano molto, che hanno la massima mobilità. E quella dai 12 ai 30 anni è la popolazione che ha il massimo della mobilità. Iniziare a vaccinare loro diventa importante anche per settembre”.

 

 

Parole di chi conosce al meglio la materia, ma che cozzano con quanto detto nelle ultime settimane dal Generale Francesco Paolo Figliuolo, che si è scagliato contro le Regioni che stanno abbassando le soglie di età per le vaccinazioni (ad esempio nel Lazio è in programma un open day Pfizer per tutti i ragazzi che quest’anno saranno impegnati con gli esami di maturità a scuola). Il problema nasce dal fatto che Rasi, fino a pochi mesi fa direttore dell’Ema, l’Agenzia dei medicinali dell’Unione Europea, è da qualche tempo consulente del commissario straordinario per l’emergenza Figliuolo proprio per la campagna vaccinale.

Altro punto su cui il professor Rasi e Figliuolo sembrano avere visioni differenti è quello dei vaccini ricevuti nelle sedi delle vacanze. "In teoria assolutamente sì, si può fare. Tutto si può fare, ma bisogna smettere di parlare, sedersi e farlo. Il problema non banale è la logistica. Bisogna tener conto che con 21 Regioni le combinazioni possibili arrivano a 400, quindi anche per un povero viaggiatore deve essere chiaro cosa si può fare e dove" le parole del direttore scientifico del provider di educazione continua in medicina Sanità In-Formazione. Che poi prosegue: "La teoria dice che il richiamo in vacanza è possibile, anche perché probabilmente a giugno le dosi per farlo ci saranno. Per tradurre la teoria in pratica, però, le Regioni dovrebbero sedersi al tavolo fra loro e con il commissario per ragionare sulla movimentazione dei vaccini, perché la macchina logistica deve portarli dove servono". Che Figliuolo possa cambiare idea sul vaccino ai più giovani e sulle inoculazioni in vacanza (aprendo alla proposta delle regioni) nelle settimane a venire?