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Covid, il Governo non abbandona il vaccino Reithera: "Altre forme di finanziamento"

Dario Martini
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Giancarlo Giorgetti non chiude le porte al vaccino Reithera, il siero italiano bocciato dalla Corte dei conti pochi giorni fa perché i 50 milioni di euro (su un investimento complessivo di 81) messi sul piatto dall'esecutivo non potevano essere finanziati in quel modo. Il ministro dello Sviluppo annuncia imminenti novità: «Il governo italiano andrà avanti a sostenere la ricerca e i vaccini, ma lo farà in forme diverse rispetto a quelle usate in passato che sono state sanzionate dalla Corte dei Conti con motivazioni che non conosciamo ancora - spiega Giorgetti -. Se quel modo non va bene, a brevissimo ne scoprirete degli altri, ma continueremo a promuovere la ricerca farmaceutica italiana».

 

 

Il vaccino Reithera sarebbe dovuto essere prodotto alle porte della Capitale, a Castel Romano. Per il primo anno erano già previste 100 milioni di dosi. Il siero made in Italy è attualmente in fase 2 della sperimentazione. La società assicura che, nonostante lo stop della magistratura contabile, non bloccherà la ricerca. Lo annuncia con una lettera indirizzata ai 25 ospedali coinvolti nella sperimentazione, tra cui lo Spallanzani di Roma: «In relazione alla notizia della decisione della Corte dei Conti di bloccare i finanziamenti già decisi dal governo per un vizio di forma del contratto di sviluppo, tenevamo a comunicarvi che questa decisione della Corte non avrà alcun impatto sul regolare proseguimento e svolgimento della fase II a cui tutti voi avete già dato un contributo e un supporto straordinario. Il pronunciamento della Corte non riguarda la bontà del progetto o del vaccino ma aspetti tecnico-giuridici legati al contratto di finanziamento. Reithera continua, come prima e più di prima, con determinazione ed impegno a credere nel progetto». Il problema, a questo punto è la terza e ultima fase di sperimentazione. Senza i milioni promessi dal governo impossibile portarla a termine. Ma la società è convinta di trovare un altro sostenitore: «In mancanza di intervento da parte del governo, Reithera cercherà fonti di finanziamento alternativi. Vi preghiamo di voler diffondere quanto sopra espresso anche ai volontari al fine di tranquillizzarli. Vogliamo infine ringraziare gli investigatori e i volontari che autonomamente in questi giorni stanno testimoniando la loro esperienza positiva sui media, contribuendo a fare un po' più di chiarezza sulla realtà del progetto».

 

 

Il governo, comunque, non intende ancora tirarsi indietro. Lo testimoniano non solo le parole di Giorgetti, ma anche quelle del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: «Su Reithera una soluzione dovrà in qualche maniera essere trovata e immagino che il governo ci stia pensando. E una situazione in fieri e aspetto per pronunciarmi. Avere la possibilità di un vaccino fatto in casa è una opportunità per tutta l'Italia». Tra l'altro, nel decreto Sostegni bis dovrebbero essere inserite anche misure per la riconversione del settore biomedicale, con l'obiettivo di accelerare la realizzazione di vaccini made in Italy. In particolare, sono stati previsti 16,5 milioni di euro per creare di un reparto di infialamento dei farmaci all'interno dello stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze, al fine di conseguire non solo l'autonomia produttiva di anticorpi monoclonali per il contrasto al Covid, di selezionati vaccini e di specifici antidoti per il bioterrorismo, ma anche di raggiungere l'obiettivo che l'Italia sia indipendente nello stoccaggio e nella produzione dei farmaci.

 

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