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L'Italia butta il super vaccino: efficace 17 anni, ma la sperimentazione resta bloccata

Francesco Storace
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A novembre 2020 Maurizio Federico combatteva per la salute di sua figlia ma pensava anche a quella di tutto il mondo. Purtroppo Lisa, ad appena diciassette anni, non ce la fece. Nel mese successivo, a dicembre, con le sue ricerche presso l'istituto superiore di sanità, quel padre disperato ma rigoroso negli studi e nella sua professione scopriva un vaccino anti Covid dalla copertura di almeno 17 anni. ma sta ancora nei cassetti che contano. Una storia che appare inspiegabile. Da una parte la forza di un medico distrutto dal dolore per la perdita della figlia adottata dall'Ucraina, dall'altra l'insensibilità dello Stato verso i suoi ricercatori. Al governo ne ha chiesto conto Marcello Gemmato, deputato e responsabile per la sanità di Fratelli d'Italia. E vero o no che siamo stati a un passo da una scoperta storica e soprattutto pubblica, se validata nelle sue fasi di sperimentazione? La domanda Gemmato se l'è posta e l'ha girata al ministero della Salute dopo aver consultato i primi risultati preclinici pubblicati dalla rivista scientifica «Vaccines». Che in quel ministero dovrebbe essere di casa. A metà maggio si è svegliato il sottosegretario Andrea Costa ed è andato in commissione alla Camera a rispondere al deputato di Fdi. Confermando che il vaccino di Federico funziona ma anche che le ulteriori ricerche sono ferme.

 

 

Dice Gemmato: eppure «parliamo di un vaccino italiano, con costi bassi e che farebbe risparmiare vite umane dando un impulso all'economia e un riconoscimento importante alla ricerca italiana. Il ministro Speranza continua a fare danni». Esagera? Nemmeno un po', se vero quanto leggiamo dalla stessa risposta ministeriale. Il cuore distrutto dalla sorte di sua figlia Lisa, la testa impegnata a cercare la soluzione al Covid. Con una certa credibilità, stando proprio alla pubblicazione su «Vaccines». Nella descrizione del lavoro di Federico, gli esperimenti condotti su modelli animali che «dimostrano la immunogenicità di un vaccino originale anti-Sars-CoV-2». Un vaccino che «si basa su un principio diverso ed originale rispetto agli altri in uso o attualmente allo studio, ossia l'attivazione dell'immunità indotta dai linfociti CD8 T». Con tanto di «resistenza dello stesso a svariate mutazioni». E quindi che cosa è successo, verrebbe da chiedersi. Dice il rappresentante del ministero che l'istituto superiore di sanità ha reputato opportuno «depositare un'ulteriore domanda di brevetto e attivarsi, contestualmente, per valutare l'efficacia di un vaccino basato sulla generazione di vescicole extracellulari (EV) ingegnerizzate con i 4 antigeni SARS-CoV-2». Ma perché non è stata ancora avviata la sperimentazione clinica?

 

 

Misera, povera, sconsolante la «risposta» all'interrogazione: «Si sia sviluppando il brevetto seguendo i percorsi necessari alla sua messa a punto definitiva e all'uso sull'uomo. Questi richiedono preliminarmente e necessariamente una serie di ulteriori fasi di sviluppo e di conferme su modelli che sono in via di programmazione». Eppure proprio l'Istituto Superiore di Sanità conclude la risposta riferita dal sottosegretario Costa all'interrogazione di Gemmato, precisando che «preme sottolineare come il Dott. Federico - detentore del know-how di interesse - abbia dato piena disponibilità all'accesso del complesso della sua esperienza per il corretto impiego della tecnologia in esame, nell'interesse della salute pubblica». Cioè chi aveva ben altro da pensare in quel tragico momento della sua vita, manifestava ogni disponibilità nei confronti dello Stato e per la salute di tutti; dall'altra parte ci si perdeva in burocratismi inaccettabili. Molto meno tempo ci è voluto per depositare svariate decine di milioni di euro dei cittadini a favore del vaccino un po' italiano e un po' svizzero Reithera, poi bloccato dalla Corte dei Conti, grazie ai buoni uffici di Invitalia del solito Domenico Arcuri. Vedremo chi intenderà metterci finalmente le mani per dare all'Italia il frutto pregiato della sua ricerca, con un orizzonte quasi ventennale di copertura. Sarebbe il crimine più grande il solo trascurare l'ipotesi.

 

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