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Fine dello smart working? Rivolta sindacale in Banca di Italia. E per tornare obbligo di vaccino

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Lo scandalo? Li vogliono tutti in ufficio, come non avviene ormai da un anno. E per l'ennesima volta i sindacati dei dipendenti della Banca d'Italia scendono sul piede di guerra contro Ignazio Visco e i suoi.

 

Questa volta a dare il via alla protesta è la Cgil Fisac, il sindacato di Maurizio Landini, in un comunicato dal titolo “Indietro tutta” dai toni molto accesi. “Uno spettro si aggira per la Banca”, è l'esordio della Cgil, che prosegue: “è lo spettro del rientro in ufficio, a qualunque costo, senza alcuna logica e senza interpellare i Sindacati…”. Notare le maiuscole usate per parlare delle proprie sigle.

 

La Cgil avvisa: “È di ieri il messaggio della Banca in cui improvvisamente si comunica la fine degli split team. Perché? Per consentirci di programmare e fruire delle ferie. Forse allora la Banca si aspetta un grazie da parte nostra. Noi invece chiediamo alla Banca il perché di questa decisione… forse il rischio contagio è sparito nel nulla, forse il sistema degli split team non ha funzionato, forse si vuole tornare ad un'epoca ormai passata, quella del puro presenzialismo?”.

Lo split-team è il sistema usato dalla banca all'inizio della pandemia per tenere a rotazione qualcuno in presenza e il resto della squadra in smart working. Però la Cgil solleva un altro tema molto più delicato, su cui non ha tutti i torti: c'è il sospetto che la banca oltre a fare tornare tutti in presenza e proprio a questo scopo pretenda un obbligo vaccinale, che invece verrebbe escluso dalla normativa vigente e anche dalle pronunce delle autorità di garanzia.

 

“L’Amministrazione”, scrive la Cgil Fisac,  “chiede che i rientri avvengano nel pieno rispetto dei protocolli sanitari in vigore (…) Come conseguenza di questa impostazione lungimirante della Banca, oltretutto, arrivano notizie di richieste rivolte ai colleghi - da parte di alcuni Capi Divisione - sull’adesione o meno alla campagna vaccinale nazionale: perché questa stravagante richiesta? Forse per rendere più facile la chiamata alle armi, ossia il rientro in ufficio massivo? Probabilmente si dimentica che principio generale della Repubblica (art. 32 Cost.) e del diritto internazionale (cfr. Convenzione di Oviedo del 1997 per la protezione dei Diritti dell’Uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti dell’applicazioni della biologia e della medicina) è il diritto all’autodeterminazione sanitaria, con l’esclusione di trattamenti sanitari obbligatori se non e nei limiti previsti dal legislatore (chiamato a compiere un delicato bilanciamento tra l'eventuale interesse collettivo al trattamento sanitario e il rispetto del diritto individuale alla salute)  prevedendo, in ogni caso,  il consenso libero e informato della persona interessata”.

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