Covid, non c'è futuro per discoteche e sale da ballo. Idea Green Pass per sbloccare le riaperture
Una soluzione per sale da ballo e discoteche, che al momento non hanno alcuna data per una futura riaperture. L’idea è quella di utilizzare il Green Pass per sbloccare l’impasse: la proposta è stata lanciata dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, intervenuto alla presentazione dell'atteso rapporto sulla ristorazione 2020 di Fipe-Confcommercio. Qui la situazione delineata è da allarme rosso: in 14 mesi sono stati bruciati 514mila posti, con un crollo di 31 miliardi di euro di spesa tra bar e ristoranti. Ma se i pubblici esercizi per la somministrazione di generi alimentari ora stanno rivedendo la luce, anche nell'ultimo decreto il governo ha sospeso a data da destinarsi le attività di discoteche e sale da ballo, sia all'aperto che al chiuso.
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"Anche se non sono molto favorevole in termini ideologici, credo che il green pass qui sia l'unica via di fuga rispetto a un'indefinita situazione che rischia di essere devastante", ha spiegato lo stesso Giorgetti. Il Certificato verde è un documento che attesta la vaccinazione completa, la guarigione dal Covid-19 o, in alternativa, l'attestazione di un tampone negativo nelle 48 ore precedenti. Per il comparto del ballo l'esponente della Lega ha poi annunciato che l'esecutivo Draghi sta lavorando a un fondo Mise-Mef con un forfait destinato a quegli imprenditori "che non hanno possibilità di fatturare da mesi".
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Per ristoranti e bar - denuncia Fipe-Confcommercio nel suo rapporto - la situazione rimane simile a quella di un bollettino di guerra. In 14 mesi, tra il 2020 e il 2021, sono stati bruciati 514mila posti di lavoro, il doppio dei posti di lavoro creati tra il 2013 e il 2019, con riduzione del 50% del numero di nuove attività avviate nell’anno. Costretti a casa dai lockdown, gli italiani hanno aumentato i propri consumi domestici, con la spesa alimentare aumentata di 6 miliardi di euro in un anno. Tanto, ma non abbastanza per compensare quanto si è perso nei pubblici esercizi, dove i consumi sono crollati di 31 miliardi di euro. In termini si spesa pro-capite si è tornati indietro di 26 anni, al 1994. Numeri impietosi.
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