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Domenica In, il direttore dello Spallanzani Vaia sbotta con i virologi catastrofisti: "Situazione ottima, a dispetto dei gufi"

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È un Francesco Vaia straripante nell’intervista con Mara Venier nelle puntata del 16 maggio di Domenica In, programma in onda su Rai 1. Il direttore sanitario dell'Istituto di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani ha spazzato via i tanti virologi catastrofisti, disegnando un quadro roseo della situazione Covid: “Allo Spallanzani la situazione ora è ottima. Il numero dei ricoverati nei reparti ordinari è di poco superiore ai 100, in intensiva i ricoverati sono di poco superiori ai 20. Sono soddisfatto che le cose stiano andando molto bene a dispetto dei gufi”.

 

 

Vaia ha poi parlato della questione vaccini: “Non esiste una classifica di vaccini di serie A e B. Sono tutti validi ed efficaci. La classifica è stata creata da una cattiva comunicazione, dai balbettii e da improvvidi interventi anche in sede europea dove qualcuno ha detto ‘non compreremo più questo vaccino’. Ma non ha spiegato perché non lo compra”. “Se si dicono queste cose - ha aggiunto il direttore sanitario - aumenta il disorientamento. Ormai è provato che i vaccini coprono le varianti e ce lo dicono gli studi avanzati e la campagna vaccinale di alcuni Paesi come Israele e Inghilterra. Chi dovesse essere di nuovo contagiato, è asintomatico, non andrà in ospedale, non rischia nulla. Ecco perché è fondamentale vaccinarsi. I cittadini devono andare in vacanza e per questo, bisogna organizzare la sanità pubblica di prossimità per vaccinarsi, arrivare anche magari a fare il vaccino in aeroporto. I vaccini ora arriveranno nelle farmacie, probabilmente quello scelto sarà il Johnson & Johnson. Figliuolo e Draghi stanno lavorando molto bene, nella direzione giusta. Quando si dice che occorre aiutare il turismo, bisogna farlo. Prima il tampone, oggi, invece diamo la possibilità di fare il vaccino in aeroporto. Lo faremo, per esempio a Fiumicino con il quale abbiamo uno stretto accordo".

 

 

Si discute poi delle varianti del Covid e anche qui Vaia è un fiume in piena: "Abbiamo trovato molte varianti benigne perché infatti, non è detto che il virus muta sempre in peggio. Qualsiasi virus muta perché cerca di adeguarsi all’ambiente. Qualche volta lo fa in modo più pericoloso, con maggiore contagiosità o pericolosità. A volte invece fa venire la malattia in forma meno grave. Anche la variante indiana che tanto spaventa. Nell’esperienza concreta, nell’empirismo suffragato da dati certi, dico che abbiamo trovato tante varianti che sono benigne e non hanno dato aumento della contagiosità o della malattia in modo grave. Il vaccino ci salva dalle varianti? I vaccini che abbiamo in campo - ha sottolineato - ora sono tutti sufficienti per non sviluppare la malattia in forma grave o arrivare alla mortalità o ospedalizzazione. Tutti. Di converso dall’altra parte non è che esistono vaccini che ti proteggono al cento per cento, può essere che ci sia una percentuale di un 6 o 7 % che non protegga e poi ci sono i ’non responder’ quelli che non rispondono proprio al vaccino".

 

“Al momento è allo studio, allo Spallanzani, la possibilità di utilizzare i monoclonali come immunità passiva, cioè do direttamente gli anticorpi a chi non li ha prodotti con il vaccino. Sarebbe - conclude Vaia nello studio della Venier - il matrimonio perfetto, due strumenti che si possono integrare”.

 

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