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Trasformano la vittima in carnefice, la tremenda accusa dei genitori di Martina

Giorgia Peretti
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Bruno e Franca Rossi, genitori di Martina sono ospiti nella puntata di martedì 11 maggio di #Cartabianca. Il talk sotto la conduzione di Bianca Berlinguer torna a parlare della drammatica vicenda della ragazza precipitata dal sesto piano per fuggire da uno stupro. Il 3 agosto 2011, Martina allora ventenne era in vacanza a Palma de Mallorca con delle amiche, dopo aver conosciuto dei ragazzi si è ritrovata a combatterli in una stanza finendo per morire. All'alba Martina precipita dal balcone della stanza 609 dell'hotel 'Santa Ana' e dopo 40 minuti di agonia il suo corpo è stato ritrovato esanime sul pavimento scalza e senza pantaloncini. Dopo le indagini in Spagna la morte della ragazza fu archiviata come suicidio, i genitori di Martina sono riusciti a far riaprire il caso. E a 10 anni dalla sua scomparsa e numerosi gradi di giudizio, lo scorso 28 aprile la Corte d’appello di Firenze ha condannato a tre anni i due imputati per tentata violenza sessuale. Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, hanno ricevuto la giustizia tanto agognata dai genitori.

Il padre della ragazza ai microfoni della Berlinguer commenta così: “Abbiamo ottenuto una giustizia parziale, sofferta, che non ha tenuto conto della gravità della morte. La morte di una ragazza di vent’anni non ha prezzo.” Poi la parziale vincita lascia spazio al ricordo di Martina: “A me sembra sempre di averla sulle spalle, tutte le volte che vedo le sue amiche sembra che 10 anni non siano mai passati. Ogni momento del giorno, il dolore diventa sempre più grande. Bisogna solo sperare che la sua figura, il suo valore possano essere rivalutati.” Anche la mamma estenuata dalla lotta giudiziaria mantiene vivido il ricordo di sua figlia: “Io ho stampato negli occhi il ricordo di Martina che parte per la vacanza, sulla banchina dell’autobus. E poi l’ho rivista sul tavolaccio dell’autopsia. Raccontare il dolore non si può. Gli ultimi istanti di vita di mia figlia? La immagino mentre lotta con queste due persone e poi riesce a scappare. Lei è finita di sotto cercando di scavalcare quel muretto”

Nei giorni seguenti alla morte di Martina vi erano delle voci diffamanti circa abitudini comportamentali mai riscontrate: “Dicevano che era drogata, era ubriaca, ma nessuno di quelli che le stavano attorno avrebbero mai pensato quello che hanno cercato di farla passare", racconta il papà di Martina. “Trasformare la vittima in colpevole, è una tattica difensiva degli avvocati. Purtroppo, c’è anche una mentalità da analizzare, radicata nei secoli. Tutt’oggi nelle arringhe si sente quasi una compiacenza...l’autodifesa di uno dei due imputati è stata quasi un elenco delle sue conquiste”, continua Franca.

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