violenza sessuale
Spera il figlio di Grillo con gli amici, gli stessi pm salvano altri 4 ragazzi
Si accende una piccola speranza per Ciro Grillo e i suoi amici. Perché la stessa procura di Tempio Pausania a firma del procuratore Gregorio Capasso e della pm Ilaria Corbelli ha appena “salvato” dal rinvio a giudizio quattro ragazzi napoletani che erano stati denunciati da due ragazze romane per violenza sessuale quasi in contemporanea con l'episodio avvenuto nel luglio 2019 a casa di Beppe Grillo.
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Certo i fatti sono diversi, ma la lunghezza delle indagini assai simile: la denuncia in questo caso fu presentata da entrambe le ragazze il 10 luglio 2019, a poche ore dalla presunta violenza subita. Anche qui l'incontro era avvenuto in una famosa discoteca, la Ritual di Baja Sardinia, dove le due romane avevano bevuto qualcosa insieme al gruppo dei napoletani (che in realtà erano di Napoli, Caserta e Capua). La serata dopo qualche bicchiere è continuata in una vicina spiaggia, dove le ragazze hanno denunciato di essere state spogliate, e poi violentate più volte dai ragazzi prima in acqua e poi dietro un bungalow della spiaggia dove sono state costrette ripetutamente al sesso orale.
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I ragazzi si sono difesi sostenendo che le due erano consenzienti. All'episodio aveva assistito in parte e a distanza un atro gruppetto di ragazzi, “i milanesi”, che ha filmato gli incontri intimi in acqua e non ha percepito se non alla fine quando ha incontrato le due ragazze in lacrime, la loro contrarietà alle effusioni. Le due ragazze hanno raccontato ad amici e familiari anche attraverso messaggi whatsapp la violenza che ritenevano di avere subito, ma hanno cancellato dal loro telefonino un messaggio del mattino successivo di uno dei napoletani che chiedeva se erano arrivate bene a casa e stavano bene. Proprio questo gesto è risultato decisivo nella scelta dei pm di proporre l'archiviazione della denuncia (a cui si sono opposti ovviamente i legali delle ragazze), dove si riconosce che le ragazze hanno avuto la percezione di avere subito violenza, ma che questa non era apparsa tale nemmeno ai testimoni e non sembra dalle immagini del video girato in cui le due pure assalite dai quattro sembrano ridere. Loro hanno spiegato negli interrogatori di averli lasciati fare, temendo di rischiare la vita in caso di resistenza. Ma i pubblici ministeri non hanno loro creduto. Adesso toccherà ai giudici. Ma la vicenda parallela a quella del figlio di Grillo accende una speranza in quella famiglia, per cui ancora non è stato deciso dopo tanto tempo il rinvio a giudizio.