"documento inaccurato"
Covid, le mail che inchiodano l'Oms per le pressioni di Pechino: cancellate subito il report sulla Cina
Emergono ulteriori importanti dettagli sulla vicenda del rapporto di Francesco Zambon per il report Oms 'Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell'Italia al Covid-19’. ”Si prega gentilmente di togliere immediatamente il documento dal web. Considera questa un’emergenza”, è la frase con cui Gauden Galea, rappresentante dell'Oms in Cina, il 14 maggio 2020 ha preteso di rimuovere dal web quanto scritto da Zambon.
La frase è contenuta in uno scambio di email, agli atti della Procura di Bergamo, di cui AP è venuta in possesso, tra il direttore vicario dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Ranieri Guerra, i vertici europei dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e il ricercatore italiano Zambon, capo del team veneziano autore del report sul Covid. Il secondo filone di indagine dei pm di Bergamo, nato dall'inchiesta sull'enorme numero di vittime del Covid-19 nella provincia bergamasca, nella prima ondata della pandemia, è nato dalla controversia sul rapporto dell'Oms sulla risposta dell'Italia al Covid, pubblicato dall'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite il 13 maggio 2020 ma rimosso il giorno dopo dal sito dell'Oms e mai ripubblicato. Lo stesso Guerra risulta indagato per "false dichiarazioni ai pm". La sua deposizione, nel novembre scorso, era durata oltre 5 ore.
A dare il via a questo filone dell'inchiesta è stata la testimonianza dell'ex funzionario dell'Oms, Zambon, fino a pochi giorni fa in servizio nella sede dell'Oms di Venezia. Zambon ha riferito di aver ricevuto pressioni da parte di Guerra per far figurare il piano pandemico aggiornato al 2016 - quando invece sarebbe stato fermo a 10 anni prima - nell'ambito del rapporto. Nella memoria difensiva dell'avvocato Roberto De Vita, difensore di Guerra, è inserito il carteggio di email in cui spunta la richiesta ufficiale dell'ufficio Oms di Pechino di togliere il report dal sito. "Toglietelo immediatamente. Considerate questa un'emergenza. Il documento è inaccurato... Il box sulla Cina deve essere urgentemente controllato dal quartier generale dell'Oms", scrive Gauden Galea, rappresentante Oms a Pechino. Le pressioni sono quindi arrivate direttamente dalla Cina: tocca alla Procura far luce sul caso.