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Ilaria Capua: chi non si vaccina rischia il "long Covid". Sistema nervoso, effetti sconosciuti

Giada Oricchio
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La parola d’ordine è sempre vaccinarsi per “non tornare punto e a capo dopo l’estate”. Ne è convinta la virologa Ilaria Capua, che a “Di Martedì”, martedì 11 maggio, invita gli indecisi a non perdere tempo prezioso.

 

Ilaria Capua, la professoressa e direttrice del Centro di Eccellenza One Health dell’Università della Florida, sprona chi non ha ancora fatto il vaccino anti-Covid: “Abbiamo gli indecisi della campagna vaccinale che non si difendono, non si proteggono come dovrebbero e quindi diventano uno strumento dell’infezione. Chi non si vaccina ha un rischio maggiore di infettarsi e rischia il long Covid di cui si parla poco. Questo virus, infatti, ha delle ripercussioni sul sistema nervoso centrale, ha delle conseguenze che ancora non siamo in grado di definire, gli indecisi devono vaccinarsi altrimenti rischiamo di tornare in una situazione di grande crisi”.

 

 

E sul 1,5 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca fermo in frigorifero, la professoressa Capua scuote il capo: “Stiamo attenti perché quest’attesa costerà. Le persone che ora non si vaccinano, pur potendo farlo, si ammaleranno e andranno a pesare su un sistema che ora sta tirando fuori il collo dall’acqua. Non possiamo rischiare che questa tendenza si inverta di nuovo. Le pandemie sono fenomeni trasformazionali, scuotono i sistemi e quelli più fragili crollano. La pandemia si appoggia con tutte le sue complicazioni e problematiche su sistemi già di per sé fragili. Per questo, per evitare il crollo dobbiamo vaccinarci, altrimenti si rischia di tornare punto e a capo dopo l’estate”.

 

Giovanni Floris chiede quale sia la vera importanza del coprifuoco e la professoressa Capua: “Il coprifuoco è una forma per ridurre il rischio, man mano che il tasso di positività scende, si può fare quello che vuole la politica, ma ci si deve muovere per piccoli passi. Teniamo presente che molti studi hanno dimostrato che la stragrande maggioranza dei contagi avviene al chiuso, con scarso distanziamento e scarsa areazione, quindi attraverso le goccioline di saliva e muco oppure con il contagio per aerosol che è insidioso in quanto non si vede e rimane diverse ore nell’aria, il droplets si accumula, l’aria sospesa è carica di virus e i contagi si moltiplicano. La terza forma è attraverso il contagio diretto, quindi conta sempre il lavaggio delle mani e evitare di toccarsi”.

 

Cautela invece sull’ipotesi di rinviare di qualche settimana la seconda dose di Pfizer: “Quello che è accaduto nel Regno Unito, cioè somministrare una sola dose, ci ha sorpreso perché si è rivelata vincente. Il rinvio della seconda dose è una decisione complessa che va concordata con l’azienda produttrice, il dato che ci deve interessare e che va tenuto sotto controllo è il numero di persone che hanno ricevuto almeno una dose due settimane fa. In Italia ci sono circa 25 milioni di persone che hanno fatto una sola dose, dentro questo numero ci devono stare tutti gli over 65 perché sono quelli più a rischio di ammalarsi e di sviluppare la malattia grave”.

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