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Ecco il razzo cinese Lunga Marcia 5B nel cielo di Roma. Dove possono cadere i detriti

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Il razzo cinese Lunga Marcia 5B è in caduta incontrollata sulla Terra, espressione che riferisce della possibile caduta di frammenti del veicolo spaziale al suolo, anche in Italia. Il razzo è chiaramente visibile anche nel cielo di Roma come testimonia la fotografia, diffusa sui social, scattata questa mattina all'alba dall'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del progetto Virtual Telescope.

 

L'immagine mostra una lunga scia che attraversa il cielo, effetto della sovrapposizione di diversi frame per un arco temporale di 80 secondi. 

"Abbiamo osservato il corpo del razzo da Roma - scrive lo scienziato rilanciando la foto del progetto Virtual Telescope - e lo abbiamo visto ad occhio nudo, chiaramente lampeggiante perché sta roteando su se stesso". "Potevo facilmente vederlo lampeggiare con i miei occhi. La nostra ipotesi dall'immagine è che il corpo lampeggia ogni 2,5 secondi circa", spiega l'astrofisico. 

 

Ma quante probabilità ci sono che detriti del razzo cinese cadano su una zona abitata in Italia? "È estremamente improbabile" dice l’ex astronauta e astrofisico italiano Umberto Guidoni che ha partecipato nel passato a due missioni Nasa a bordo dello Space Shuttle. "Il rischio è talmente minimo che quasi non dovrebbe essere preso in considerazione. Il 70% del pianeta è coperto di acqua e quindi è molto probabile che finisca in un oceano nel caso in cui non venisse disintegrato - dice l'astronauta all'Adnkronos -  È probabile che la maggior parte della massa del lanciatore spaziale cinese si disintegri con il rientro in atmosfera ed è molto probabile che cada nell’acqua".

 

La previsione di rientro incontrollato sulla terra del Lunga marcia 5B è al momento fissata "per le ore 02.24 ore locali del 9 maggio, con una finestra temporale di incertezza di circa sei ore". È quanto comunica la Protezione Civile dopo il comitato operativo svoltosi oggi convocato dal Capo dipartimento Fabrizio Curcio. Sono tre le traiettorie che potrebbero coinvolgere l’Italia che, in totale, interessano porzioni di 9 regioni del centro-sud, ovvero Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. 

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