Non è L'Arena e caso Ciro Grillo, perché il video è decisivo: "Questo smentirebbe la difesa"
"Si vedrà a processo, si vedrà dagli atti". È stata questa l'unica risposta che Ciro Grillo, figlio di Beppe, co-fondatore e garante del M5S, accusato di stupro ai danni di una ragazza italo-svedese insieme a 3 coetanei, ha dato all'inviata del programma di La7 "Non è l'Arena" che nell'ultima puntata lo ha incalzato con le domande sull'inchiesta giudiziaria che lo riguarda e sul video diffuso dal padre per difenderlo. Nella puntata in onda domenica prossima il conduttore Massimo Giletti tornerà sull'inchiesta della Procura di Tempio Pausania che accusa di violenza sessuale il figlio di Beppe e i suoi tre amici nei confronti di due giovani studentesse milanesi e che sta scuotendo anche il mondo della politica. Se venisse stabilito che la giovane presunta vittima era ubriaca la tesi della difesa dei ragazzi - basata sull'ipotesi che invece lei fosse consenziente - cadrebbe subito. Su Ciro Grillo e sugli amici pesano infatti tre gravi elementi: alcol, presunta violenza di gruppo e le foto oscene.
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La ragazza italo-svedese, come ha dichiarato lo stesso Vittorio Lauria in un audio registrato da Fabrizio Corona e mandato poi in onda da Giletti, aveva bevuto molto. Il secondo elemento è il presunto stupro di gruppo. Infine le foto che Grillo, Edoardo Capitta e Lauria sono accusati di essersi scattati in pose oscene mentre la ragazza dormiva.
Sulla presunta violenza, che si sarebbe consumata nella villa di Beppe Grillo in Costa Smeralda, sta indagando la Procura di Tempio Pausania, nei confronti della quale i genitori della ragazza hanno rinnovato "la fiducia nella giustizia e il rispetto per le istituzioni". L'auspicio, nel cuore dei genitori della giovane è che "tutto questo fango sarà spazzato via facendo emergere la verità".
A prendere le difese della famiglia della ragazza anche il garante per il trattamento dei dati personali che ha lanciato l'allarme richiamando "l'attenzione sul fatto che chiunque diffonda tali immagini compie un illecito, suscettibile di integrare gli estremi di un reato oltre che di una violazione amministrativa in materia di privacy".
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