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Una sola donazione per le Primule di Arcuri. Figliuolo restituisce 50 euro

Dario Martini
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Il generale Figliuolo chiude completamente la stagione delle Primule. Il commissario all’emergenza Covid, infatti, annulla la raccolta fondi avviata dal predecessore Domenico Arcuri per finanziare i famosi padiglioni temporanei per le vaccinazioni già cancellati un mese fa su ordine del premier Draghi. Un progetto ritenuto inutile e troppo costoso. Adesso scopriamo che non sono mai piaciuti nemmeno agli italiani. Il progetto «Adotta una Primula» è stato un flop clamoroso. Dalla struttura commissariale, infatti, ci fanno sapere che dal 25 gennaio scorso sul conto corrente dedicato è arrivato un solo bonifico. Importo: 50 euro. Il gentile donatore sarà prontamente rimborsato.

 

Quello delle Primule è stato uno dei più grandi insuccessi di Arcuri. L’idea di una raccolta fondi per finanziare il faraonico progetto (ogni padiglione costava 409mila euro) aveva subito attirato un mare di critiche. Soprattutto perché i donatori sarebbero stati ricompensati con una «nota ufficiale di ringraziamento» da parte del commissario. A patto di spendere almeno 400 euro. I «sostenitori» più generosi, invece, disposti a sobbarcarsi l’intero costo dei padiglioni, avrebbero potuto fregiarsi di una targa con il proprio nome esposta all’interno delle strutture. Il fatto che ci sia sia stato un solo italiano, o italiana, disposto a versare la modica cifra di 50 euro, dimostra quanto le Primule di Arcuri, disegnate dall’archistar Stefano Boeri, avessero suscitato poco entusiasmo. Il commissario Figliuolo, che è subentrato ad Arcuri il primo marzo scorso, non poteva fare altro che cancellare anche la raccolta di fondi. Nell’avviso di annullamento, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 23 aprile, si legge che viene disposta anche «la restituzione delle eventuali donazioni effettuate sul conto corrente» indicato nel provvedimento del 25 gennaio scorso. Il donatore dei 50 euro può stare tranquillo. I suoi soldi non sono andati sprecati.

 

La strategia del commissario Figliuolo si è subito contraddistinta per un netto cambio di obiettivi. Al posto delle Primule, il generale ha aperto alla possibilità di allestire centri vaccinali ovunque fosse possibile: nelle fiere, negli aeroporti, davanti alle stazioni ferroviarie, nelle palestre e negli auditorium. L’accelerazione nel numero di somministrazioni c’è stata, complice anche l’arrivo di maggiori dosi di vaccini. In base ai dati pubblicati sul sito dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) aggiornati al 28 aprile, l’Italia è settima nell’Unione europea per numero di somministrazioni (311,40) ogni mille abitanti. Messa meglio, tra i Paesi più grandi, c’è la Spagna (320,70) e l’Ungheria (574,30). Allo stesso livello dell’Italia, invece, troviamo la Germania. Peggio la Francia (306,60) e la Polonia (283,80).

 

Ma la strada è ancora in salita. Secondo il piano vaccinale messo in piedi dal generale Figliuolo oggi dovrebbero essere iniettate 504mila dosi. Obiettivo difficile da raggiungere, visto che nei giorni scorsi in Italia non si è mai andati sopra le 400mila somministrazioni: 360mila martedì, 338mila lunedì, 264mila domenica. Il picco si è registrato il 23 aprile con 392mila vaccinazioni. Il trend, comunque, è in costante crescita. Le 2,2 milioni di dosi Pfizer distribuite ieri alle Regioni daranno ulteriore impulso.

Il prosieguo della campagna vaccinale è strettamente legato alle consegne delle case farmaceutiche. Ma anche dal fatto che i vaccini di Johnson & Johnson e di AstraZeneca sono raccomandati solo a chi ha più di 60 anni, proprio in un momento in cui si stanno iniziando a coinvolgere anche le fasce di popolazione più giovane.
 

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