dl proroghe
Addio smart working nella pubblica amministrazione? Salta l'obbligo del 50%
Lo smart working semplificato sarà in vigore nella pubblica amministrazione fino alla definizione dei nuovi contratti non oltre il 31 dicembre di quest’anno ma salta il riferimento all’obbligo del 50% che garantiva a un dipendente pubblico su due di svolgere lavoro agile. È quanto prevede la bozza del dl proroghe all’esame del Cdm.
Le amministrazioni pubbliche, si legge nella bozza, «fino alla definizione della disciplina del lavoro agile da parte dei contratti collettivi, ove previsti, e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021, in deroga» alle misure introdotte lo scorso marzo dal decreto Cura Italia «organizzano il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza, applicando il lavoro agile, con le misure semplificate e comunque a condizione che l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini ed imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza, nonché nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente».
La bozza prevede anche una soglia minima di smart working in caso di mancata adozione dei Piani organizzativi per il lavoro agile, che scende però dal 30% al 15%. «Il Pola individua le modalità attuative e organizzative del lavoro agile prevedendo, per le attività che possono essere svolte in modalità agile, che i dipendenti non subiscano penalizzazioni», si legge ancora nel testo.