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Covid, "dopo i test sugli animali..." L'annuncio di Roberto Burioni: arriva la pillola al posto del vaccino?

Giada Oricchio
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Addio vaccino contro il Covid-19? Da Pfizer è in arrivo una pasticca. La big pharma americana, impegnata in prima linea nella lotta alla pandemia da Covid-19, potrebbe rivoluzionare le terapie già alla fine del 2021. A riferire della ricerca e dei suoi promettenti esiti è il sito www.medicalfacts.it del professor Roberto Burioni.

Sul portale si legge che Pfizer, oltre al vaccino, sta conducendo nel massimo riserbo test sulla molecola antivirale PF-07321332, classificata come inibitore delle proteine, che attaccherebbe direttamente la spirale del codice genetico del SARS-CoV-2 fermando la sua replicazione nelle vie respiratorie. Mikael Dolsten, capo dell’ufficio scientifico e presidente della ricerca e dello sviluppo medico della Pfizer, ha dichiarato: “Abbiamo sviluppato PF-07321332 come potenziale terapia orale che potrebbe essere prescritta ai primissimi segni dell’infezione, per evitare che i pazienti siano ospedalizzati o finiscano in Terapia intensiva”.

I primi risultati sono incoraggianti poiché avrebbero dimostrato una “potente azione antivirale in vitro” contro il SARS-CoV-2 così come per altri coronavirus. Il sito del Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia al San Raffaele di Milano cita anche il quotidiano inglese The Telegraph secondo cui lo studio del farmaco non è ancora stato sperimentato sugli uomini, ma la sua sicurezza è stata accertata sugli animali, ma non mancano i volontari disposti a sottoporsi alla sperimentazione insieme a basse dosi di Ritonavir, un antivirale usato per il trattamento dell’HIV in un percorso a tre fasi: “La prima analizzerà la tollerabilità all’aumentare della dose del farmaco, con o senza Ritonavir, nella fase due i soggetti assumeranno dosi multiple, mentre nell’ultima – la decisiva – la compressa sarà testata nella sua forma solida o a liquida, monitorandone gli effetti dopo il consumo dei pasti”.

Se la pasticca diventasse realtà, sarebbe il primo passo per curare i sintomi dai virus (destinati ad aumentare) come fossero una comune influenza.

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