Sentenza
Covid, nelle cure a casa tornano tachipirina e vigile attesa. Il Consiglio di Stato dà ragione all'Aifa
Continua la battaglia a colpi di carte bollate sulle cure domiciliari contro il Covid. A marzo il Tar della Lazio ha accolto l’istanza cautelare promossa dai medici del “Comitato Cura Domiciliare Covid-19” contro l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, e il Ministero della Salute in riferimento alla nota Aifa del 9 dicembre scorso sui “principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare”. Tale documento prevedeva che nei primi giorni dopo aver contratto il virus bisogna soltanto seguire una “vigile attesa” e la somministrazione di fans e paracetamolo (tachipirina) o dell’eparina, ma soltanto per le persone allettate, ponendo indicazioni di non utilizzo di altri farmaci generalmente usati dai medici di medicina generale per curare il Covid.
L’Aifa e il ministero guidato da Roberto Speranza hanno però impugnato tale accoglimento da parte del Tar e hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato, che gli ha dato ragione, andando contro la possibilità di “prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza senza necessariamente attenersi ai protocolli Aifa”. Negli scorsi giorni il Senato aveva approvato un ordine del giorno volto ad impegnarsi ad implementare le cure domiciliari, con un’approvazione praticamente unanime, che ha visto tutti favorevoli e soltanto 2 contrari e 2 astenuti. Il Senato ha quindi chiesto al governo di approvare un protocollo unico nazionale per regolamentare e ampliare le cure domiciliari contro il Covid, ma ora il Consiglio di Stato ha deciso in direzione completamente opposta.
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“L’inaspettata decisione del Consiglio di Stato segna un momento importante nella storia del nostro movimento, in quanto, tra pochi giorni, nascerà una nuova Associazione/Unione, che ingloberà il Comitato, onde poter incidere sulle discutibili decisioni del ministero, con riferimento ai protocolli di cura ed al diritto dei cittadini di curarsi, nonché per poter, allo stesso tempo, continuare un eventuale dialogo alla luce degli impegni assunti nell’ultimo mese” le parole Comitato Cure Domiciliari Covid-19 in una nota su Facebook. Il ricorso aveva lasciato il Comitato “senza parole” ed era partita una richiesta di informazioni a Speranza.