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Beffa riaperture, la rabbia dei dimenticati. Il decreto del governo scontenta tutti

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Gaetano Mineo
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Monta la rabbia tra piccoli imprenditori, gestori di palestre e piscine. Come non c'è pace tra i ristoratori che non riescono a mandar giù il coprifuoco alle 22. Finanche i proprietari di immobili sono sul piede di guerra, in quanto convivono da quasi un anno con il blocco degli sfratti, venendo travolti da una crescente valanga di inquilini morosi. Per non parla re delle 80mi1a imprese che organizzano eventi (matrimoni, cerimonie eccetera) che da 14 mesi sono con la saracinesche chiusa e senza mai essere sfiorati da un ristoro. Insomma, la sfilza di decreti varati dal governo non riesce ad alleviare il malessere che regna sempre più forte tra gli italiani. E questo - almeno allo stesso esecutivo - dovrebbe porre qualche problema.

«Abbiamo chiesto di ripartire ma, alle attuali condizioni del decreto legge sulle riaperture, oltre la metà dei pubblici esercizi non può di fatto farlo» chiosa il presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani. Nel mirino il coprifuoco alle 22 «addirittura fino al 31 luglio, scientificamente e socialmente incomprensibile e incoerente con le finalità che si propone». E così Stoppani ribadisce che «siamo esasperati dal ritardo nel comunicare nel dettaglio le misure compensative più volte annunciate», quindi chiede al governo che queste «scelte vanno spiegate e vanno spiegate bene, perché appaiono punitive». I numeri snocciolati dalla organizzazione di categoria sono drammatici: oltre 22 mila imprese chiuse nel 2020, perdita di 250 mila posti di lavoro e «in danni gentissimici».

Altro paradosso appare quello della riapertura dal 15 maggio - in zona gialla - solo delle piscine all'aperto, niente da fare invece per quelle coperte. È come certificare che dal 15 maggio sull'Italia non cadrà più una goccia d'acqua e i temporali banditi fino al 31 luglio. «Sinceramente fatico a capire qual è il motivo scatenante di questo trattamento - sbotta la Federnuoto Sardegna - dal momento che si dà l'ok alle partite di calcetto amatoriale, senza nemmeno pretendere i certificati medici ai praticanti». Arrabbiati anche i proprietari di palestre in quanto potranno riaprire l'attività - in zona gialla - dal primo giugno. Nell'ultimo provvedimento sui sostegni non c'è traccia neanche delle discoteche, altro comparto in ginocchio. «È inaccettabile che nel decreto riaperture, con tutte le regole che ci accompagneranno durante l'estate 2021, sia scomparso qualunque riferimento al mondo della notte, delle discoteche e dei locali di in trattenimento sano - puntel la Filippo Grassi della Fiepet Confesercenti -. Un settore ancora una volta dimenticato e abbandonato dal Governo dopo più di un anno di emergenza Covid».

Questo decreto varato quaran tottore fa dal governo Draghi non va bene neanche ai ristoratori. «I criteri e le condizioni imposte per le riaperture di ristoranti, bar, gelaterie, pizzerie - sottolinea il presidente di Confartigianato Alimentazione Massimo Rivoltini - appaiono ingiustificati nei confronti di attività che hanno investito in prevenzione e sicurezza e dimostrato di non incidere in alcun modo sull'andamento dei contagi». Come detto, sul piede di guerra anche i proprietari di immobili che chiedono al governo la cancellazione almeno dell'Imu per il 2021 per tutti gli interessati, ai quali è stato imposto di mantenere il proprio inquilino moroso.

«Il proprietario almeno non venga gravato di tasse su qualcosa di cui non può disporre» afferma Feder zioni cervellotiche che ne vanificano la ripresa. Il dossier della Confcommercio, sulle pressioni delle attività illecite alle imprese fiaccate dall'emergenza pandemica, descrive un quadro preoccupante con le organizzazioni criminali vigili ad elargire una sorta di assistenza alternativa. Già molti esercenti, a causa della penuria di liquidità, sono caduti vittime degli ingranaggi delittuosi con le denunce per usura cresciute del 16% nel 2020 rispetto all'anno precedente. Con il coprifuoco molte altre attività verranno private della possibilità di recuperare i volumi di affari pre -Covid e saranno costrette ad affidarsi al circuito usuraio pur di sopravvivere. L'ex banchiere centrale, il cui mandato è stato rivestito di un'attesa messianica, ha un solo modo per ricucire con il Carroccio e la maggioranza dei governatori regionali: rivedere la norma sul coprifuoco che è il simbolo di un arbitrio incompatibile con la stagione titolata in nome della ripresa.

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