Coprifuoco, "ripicca del governo". Matteo Bassetti contro le chiusure alle 22, l'accusa
Coprifuoco e contagi. Il professor Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva, contro le chiusure a partire dalle ore 22 avanza il sospetto: “Una ripicca politica del Governo verso le Regioni”.
Dopo aver dichiarato che dietro la campagna di sfiducia su AstraZeneca potrebbe esserci una guerra commerciale, l’infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova torna all'attacco in un’intervista a “Quotidiano.net” ipotizzando motivi politici dietro la decisione del governo Draghi di mantenere il coprifuoco alle 22: “Mi sembra una scelta politica. Che male c’è, io dico, a tenere aperti la sera, fino alle 23, i locali, i ristoranti? Parliamo di rischio calcolato. Del resto, anche il premier Draghi ha ammesso che il rischio zero non esiste. Quel rischio di mille volte inferiore dipende dalla bella stagione, sarebbe stupido non sfruttarla".
E ancora: "Il coprifuoco alle 22 mi sembra una ripicca nei confronti delle Regioni, che chiedevano un’ora in più. Ci voleva coraggio. I contagi sono vicini allo zero. Gli esercizi pubblici sono i primi, nel loro stesso interesse, a rispettare le norme della sicurezza”. Bassetti ha ribadito che la stagione estiva è un aiuto per contenere i contagi “a patto di mantenere le distanze” poiché diversi studi hanno provato che le positività all’aria aperta saranno uno su mille e ha aggiunto: “Occorrerebbe piuttosto limitare i contagi dove si concentrano, sui mezzi pubblici, in famiglia, negli ospedali. Ma bar e ristoranti lasciateli stare. (...). Siamo stati sei mesi chiusi, e i contagi continuavano a crescere a prescindere. In Italia sembra mancare una logica. Forse è passato il concetto ‘azzoppare tutti, cosi tutti corriamo meno veloci’”. Infine, il professor Bassetti ha dichiarato che non esiste alcuna lobby sugli antivirali la cui efficacia è comprovata e che le cure sono migliorate: “Dobbiamo confidare negli anticorpi monoclonali perché funzionano. Lo hanno visto in Liguria, come nel Lazio, in Veneto e in Emilia Romagna: un ricovero costa tremila euro, una fiala milleottocento. Basti pensare quanti giorni di ricovero si risparmiano con una terapia somministrata nei primissimi giorni. Oggi siamo più bravi a fare le diagnosi e abbiamo gli strumenti, i vaccini. Insomma, cerchiamo di andare incontro all’estate con fiducia”.