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"Il coprifuoco è anticostituzionale". Va dalla fidanzata e viene multato, ma il giudice annulla tutto

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Violare il coprifuoco non sempre deve comportare come conseguenza quella di ricevere una multa. A stabilirlo in un’udienza è stato il giudice di pace di Camerino che ha accolto il ricorso contro la sanzione - 533 euro, ridotta a 373 in caso di pagamento entro cinque giorni - comminata ad un ragazzo che era andato a trovare la propria fidanzata e aveva violato le disposizioni del coprifuoco, venendo beccato dalle forze dell’ordine.

 

 

A vincere in tribunale, riferisce Il Resto del Carlino, è stato Marco Dialuce, che ha difeso l’amico nonostante abbia soltanto 21 anni e stia frequentando il secondo anno della facoltà di Giurisprudenza. "Ho difeso - spiega il ragazzo - il mio amico ai sensi dell’articolo 317 del codice di procedura civile, il quale permette a un soggetto sanzionato di farsi rappresentare da una persona di fiducia, che può anche non essere avvocato, nelle cause per multe di entità inferiore a 1.100 euro. Ho fondato il ricorso sull’incostituzionalità del coprifuoco, trattandosi di una misura restrittiva della libertà personale. Nel nostro ordinamento giuridico, l’obbligo di permanenza domiciliare è una sanzione di tipo penale e solo il giudice con atto motivato può disporla. Pertanto, è incostituzionale disporre un coprifuoco attraverso un decreto del presidente del consiglio dei ministri, che è un atto amministrativo gerarchicamente inferiore alla legge, e lo sarebbe anche se fosse disposto con un atto avente forza di legge. Non esistono deroghe ai principi costituzionali, se non in caso di guerra, e anche l’emanazione dello stato di emergenza è illegittima, perché il governo non ha ricevuto neppure una legge delega dal Parlamento, che gli conferisca i poteri necessari per incidere su diritti costituzionalmente garantiti. Lo sta facendo - sottolinea Dialuce - appellandosi al decreto legislativo 1 del 2018, che però si occupa dell’organizzazione materiale e logistica per fare fronte a emergenze calamitose, come il terremoto, e non conferisce in nessun modo allo Stato poteri pieni sui cittadini". 

 

 

Nel dispositivo di annullamento della multa la prefettura di Macerata in quanto rappresentante del governo nella provincia è stata condannata a pagare le spese processuali. Soltanto tra una settimana saranno pubblicate integralmente le motivazioni della decisione del giudice di pace. A far pendere la bilancia verso i due ragazzi è stata anche la sentenza 68 del 1964 della Corte Costituzionale che ha stabilito che "la libertà di circolazione riguarda i limiti di accesso a determinati luoghi, ma mai può comportare un obbligo di permanenza domiciliare”. Una sentenza che farà discutere e apre diversi scenari. 

 

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