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Collegamenti con le trombosi, ma Ema promuove il vaccino Johnson&Johnson: Benefici superiori ai rischi

Lucrezia Clemente
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L'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha confermato un possibile collegamento tra i casi di trombosi rare rilevate negli Usa e la somministrazione del vaccino contro il Covid-19 di Johnson&Johnson, ma ha ribadito che i benefici del farmaco superano i rischi e ha consigliato di utilizzarlo sulla base delle situazioni nazionali. Dopo la pubblicazione della valutazione elaborata dal Comitato per la sicurezza (Prac) dell'authority europea, Johnson&Johnson ha annunciato che riprenderà le spedizioni nell'Ue, in Norvegia e in Islanda, che erano state bloccate per precauzione dopo lo stop all'uso negli Stati Uniti. L'Ema ha certificato che i rari casi di coaguli di sangue (8 su 7 milioni di vaccinati in Usa) sono da considerarsi tra i possibili effetti collaterali del vaccino e ha chiesto a J&J di aggiornare il foglietto illustrativo. L'agenzia ha rilevato che gli eventi riguardano tutte persone under 60, per la maggior parte donne, a tre settimane dall'inoculazione, ma non ha confermato un fattore di rischio specifico.

 

 

I casi sono simili a quelli riscontrati dopo l'immunizzazione con AstraZeneca, che è un farmaco, come il J&J che utilizza un adenovirus, ma, ha avvertito l'Ema in conferenza stampa, è presto per stabilire un legame tra questo tipo di vaccini e le trombosi. Finora sono stati segnalati 8 eventi avversi tra le persone che hanno ricevuto il J&J, 297 tra chi ha ricevuto AstraZeneca, 25 per Pfizer e 5 per Moderna. L'Agenzia europea ha sottolineato che gli eventi avversi sono rari ma che è importante che il personale sanitario e il pubblico siano adeguatamente informati in modo che si possa intervenire quando insorgono i primi sintomi. L'Ema ha inoltre chiesto alla J&J di effettuare ulteriori studi. «Accolgo con piacere l'annuncio di Ema sulla sicurezza del vaccino Johnson&Johnson. Questa è una buona notizia per il prosieguo delle campagne di vaccinazione in tutta l'Ue», ha commentato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen su Twitter.

 

 

Intanto il commissario al Mercato interno, a capo della task force europea per lo sviluppo dei vaccini, Thierry Breton, ha annunciato che l'Ue ha recuperato il ritardo nella somministrazione delle dosi e ha confermato che entro metà luglio gli Stati membri avranno i vaccini necessari per immunizzare il 70% della popolazione adulta. Per Aifa e Consiglio superiore della Sanità il vaccino J&J dovrà essere usato «preferibilmente» su persone «superiori a 60 anni». «Preso atto del pronunciamento dell'EMA e del parere della CTS di AIFA - si legge in una nota - che ribadisce l'estrema rarità degli eventi di trombosi associata a trombocitopenia descritti a seguito della vaccinazione contro COVID-19 effettuata con il vaccino Janssen - Johnson & Johnson, e considerato che tale vaccino si è dimostrato sicuramente efficace nel ridurre il rischio di malattia grave, ospedalizzazione e morte connesso al COVID-19, si raccomandano le stesse condizioni di utilizzo del vaccino Vaxzevria. Pertanto, il vaccino Janssen, il cui uso è approvato a partire dai 18 anni di età, dovrà essere preferenzialmente somministrato a persone di età superiore ai 60 anni, ovvero a coloro che, avendo un rischio elevato di malattia grave e letale, necessitano di essere protette in via prioritaria».

 

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