È una furia

L'incredibile difesa di Beppe Grillo sul figlio: in fumo leggi sulla violenza sessuale e la sua vita politica

Venti anni di discussioni e leggi sulla violenza sessuale in fumo. La vita politica bruciata in un minuto e mezzo. Beppe Grillo sceglie di parlare e urlare l'innocenza di suo figlio solo da padre. Non gli vengono le parole, si incespica sulla "consensualità" dell'atto sessuale delle ragazze. Invoca come prova un video che lui ovviamente ha potuto vedere, essendo sul telefonino di Ciro suo figlio, ma che nessun altro ha visto e che quindi non può capire. Urla mostruose che fanno capire la disperazione di un padre ma che disintegrano in questo minuto una vita politica.

 

 

Queste le parole integrali: “Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi. Io voglio chiedere, voglio una spiegazione perché un gruppo di 'stupratori seriali', compreso mio figlio dentro, non sono stati arrestati. La legge dice che gli stupratori vengono arrestati e messi in galera e interrogati in galera o ai domiciliari. Invece sono lasciati liberi per due anni, perché? Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portai io in galera, a calci nel culo. Non lo avete fatto perché vi siete resi conto che non è vero niente che c'è stato lo stupro. Perché una persona stuprata la mattina, al pomeriggio fa kitesurf e dopo 8 giorni fa la denuncia vi è sembrato strano. Bene, è strano! E poi non è l'avvocato a parlare o io, che sono il padre, a difendere mio figlio, c'è il video. C'è tutto il video, passaggio per passaggio, si vede che è consenziente, si vede che c'è il gruppo che ride, che sono ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono 4 coglioni, non 4 stupratori e io sono stufo perché sono due anni. Se dovete arrestare mio figlio, che non ha fatto niente, allora arrestate anche me, perché ci vado io in galera".

 

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