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Vaccino, le scienziate insistono sui pericoli di AstraZeneca

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Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera: Egregio Direttore, siamo sorprese dal titolo: «Allarme trombosi, "vaccino nei giovani più rischioso". La bufala delle scienziate su AstraZeneca», abbiamo studiato i dati riportati nell'articolo apparso ieri (venerdì 16 aprile 2021, ndr) su iltempo.it, scoprendo che purtroppo sono stati analizzati in modo non corretto. Abbiamo pensato di scriverle per contribuire ad una informazione corretta anche da parte del suo giornale. Per calcolare la letalità del Covid-19 nei giovani il giornalista ha utilizzato i dati sulla letalità nei soggetti dai 20 ai 49 anni senza stratificarli per fascia di età: un approccio errato perché tra i 20-29, 30-39, 40-49 anni si hanno rischi molto diversi. Scorporando la popolazione per decennio, come riportato nel nostro articolo, si evidenzia infatti che la letalità tra i 40 e i 49 anni è dello 0,2% e solo sotto i 40 il rischio si approssima a zero".

 

"Il giornalista quindi sbaglia nel citare i dati da noi riportati nell'articolo sul Corriere della Sera del 15 Aprile (stratificati per età e non accorpati in una singola categoria) e nel riportare affermazioni da noi non esplicitate. Ci sono peraltro altri errori nell'articolo, tra questi il dato numerico dei soggetti sotto i 49 anni, ben superiore ai 21 milioni citati, che rafforza l'idea di un'analisi poco accurata. Il punto critico rimane l'informazione utile alla comunità. Le stesse fonti da voi citate (ISS) riportano che al di sotto dei 40 anni di età si sono avuti 38 casi di decessi di soggetti sani su una popolazione di riferimento pari a 23.537.624 soggetti. Ne deriva che il rischio sotto i 40 anni per un soggetto sano è pari a 1,6 per milione. Il rischio di decesso per trombosi da vaccino AZ in questa fascia di età è ad oggi calcolato a 2,9 per milione, quindi superiore al rischio di morte per Covid. Questa analisi permette di affermare che nei soggetti giovani il rischio di morte a causa di complicanze secondarie al vaccino supera il beneficio che il vaccino avrebbe nel prevenire malattia grave e morte da COVID-19". 

"Vorremmo cortesemente farle notare che lo scopo del nostro intervento era di promuovere l'utilizzo di vaccini a RNA, che non sono associati al rischio di trombosi, per questa fascia di popolazione. Si otterrebbe così la protezione dei singoli individui, e la riduzione della circolazione del virus nella popolazione generale, senza incorrere nel rischio purtroppo esistente di sviluppare complicanze con i vaccini basati su vettori adenovirali. Il diritto di critica e il diritto di cronaca sono leciti, nel rispetto della veridicità dei dati riportati e dell'informazione stessa. In questo caso, il suo giornale NON ha purtroppo reso un buon servizio. Riporta dati sbagliati, diffamando un gruppo di scienziate e mettendole in contrapposizione con il Presidente di AIFA. Non è questa modalità che ci aiuterà a fare chiarezza e creare consenso. Le chiediamo di rettificare quanto affermato nell'articolo, quanto prima. Se avesse bisogno di un articolo di risposta a quello del suo giornalista, saremmo felici di contribuire. Distinti saluti, SCIENZIATE PER LA SOCIETÀ".

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