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Allarme trombosi, "vaccino nei giovani più rischioso". La bufala delle scienziate su AstraZeneca

Dario Martini
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Se ho meno di 60 anni e mi faccio il vaccino AstraZeneca quanti rischi corro? È la domanda che moltissimi italiani in attesa della seconda dose si fanno in questi giorni. L'Aifa ha assicurato che non ci sono problemi. Sebbene questo tipo di vaccino attualmente sia raccomandato per le persone con più di 60 anni, anche per le fasce d'età più basse, secondo l'Agenzia italiana del farmaco i benefici sono molto superiori ai rischi. A sollevare più di un dubbio, però, c'hanno pensato dodici professoresse esperte della materia, che hanno preso carta e penna e hanno inviato un lungo intervento al Corriere della Sera. L'articolo, uscito ieri mattina, ha un titolo vago: «Le trombosi: i due studi e la terapia». Le dodici esperte fanno parte dell'associazione «Scienziate per la società».

Sono immunologhe, virologhe e titolari di cattedre in scienze biomediche. Sono Anna Rubartelli, Rossella Marcucci, Giulia Casorati, Anna Mondino, Michela Matteoli, Maria Rescigno, Valeria Poli, Paola Ro magnani, Lucia Altucci, Barbara Bottazzi, Michaela Luconi e Francesca Fallarino. Ecco cosa scrivono: «Per i vaccini, come per i farmaci, il rapporto rischio/beneficio deve essere in favore del secondo. La letalità per Covid -19 in Italia è vicina allo zero per la fascia d'età fino ai 40 anni, sale allo 0,2% e 0,6% nella quinta e sesta decade (tra 40 e 49 anni e tra 50 e 59, ndr), e si impenna nelle decadi successive (dati Istituto superiore di sanità, 10 marzo 2021)». Insomma, capiamo che chi non è anziano ha pochissime possibilità di rischiare la vita col Covid.

Le scienziate non si fermano qui. E aggiungono: «La possibilità di avere una complicazione grave come la Vitt (trombocitopenia trombotica immune indotta da vaccino, ndr) a seguito di vaccina zione con AstraZeneca, seppur molto rara, può quindi rappresentare nei giovani un rischio più alto dello stesso Covid». Un messaggio dirompente rivolto ai giovani: state lontani da AstraZeneca, perché col coronavirus correte molti meno pericoli. Le cose stanno davvero così? Anche noi, come le scienziate, abbiamo consultato i dati dell'Iss. L'ultimo rapporto è aggiornato al 30 marzo di quest' anno.

Dal momento che il vaccino non viene somministrato ai minorenni, abbiamo preso in considerazione le persone più giovani, quelle che hanno tra 20 e 49 anni. In Italia, da inizio pandemia, in questa fascia d'età si sono registrati 1.164 decessi per Covid. Dal momento che nel nostro Paese vivono 21.876.243 italiani compresi nella stessa "fetta" di popolazione, significa che la letalità da coronavirus è lo 0,0053%. Ovvero, 5,3 morti ogni 100mila abitanti. Ora, andiamo a vedere cosa accade a chi riceve il vaccino AstraZeneca.

Proprio ieri, l'Aifa ha fatto sapere che al 22 marzo di quest' anno «in Italia sono stati segnalati 7 casi (con due decessi) di trombosi dei seni venosi in Morti a causa del virus Sono le persone tra i 20 e i 49 anni che hanno perso la vita dopo aver contratto il Covid alla data del 31 marzo. Di questi, 906 avevano avevano tra 40 e 49 anni 1/3 Miboni di dosi Sono le somministrazioni del vaccino di AstraZeneca al 22 marzo in Italia. A quella data, si sono registrati 4 casi di trombosi che hanno portato alla morte tracranici (CSVT) e 4 casi (con due decessi) di trombosi di più vasi sanguigni in sede atipica».

Quindi, 4 morti per trombosi dopo aver ricevuto il vaccino. Considerando che al 22 marzo erano state somministrate 1.353.260 dosi di AstraZeneca, significa che il tasso di letalità è pari allo 0,00029%. Ovvero, 0,29 morti ogni 100mila abitanti. Molto al di sotto, quindi dei 5,3 decessi ogni 100mila causati dal Covid. I numeri, quindi, ci dicono che anche tra i più giovani è più facile morire a causa del Covid che per il vaccino AstraZeneca. Abbiamo chiesto un commento al presidente dell'Aifa, nonché membro del Cts, Giorgio Palù. Quando gli abbiamo letto cosa scrivono le «Scienziate per la Società», la risposta è stata netta: «Non è vero che per i giovani il rischio di una complicazione causata dal vaccino AstraZeneca sia più alta del Covid. Per rendersene conto basta guardare i tassi di letalità del virus in chi ha meno di 60 anni e confrontarli con il rapporto tra i casi di trombosi e i vaccini somministrati».

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