Johnson & Johnson, riunione d'emergenza sul vaccino. I virologi al governo: "Non fate come con AstraZeneca"
La notizia della sospensione precauzionale negli Usa del vaccino Johnson & Johnson di Jenssen fa scattare la nuova emergenza vaccini dopo il caso AstraZeneca. Al ministero della Salute è stata convocata una riunione tecnica d'emergenza alle ore 16 per decidere il da farsi. All’incontro dovrebbe prendere parte anche l’Agenzia italiana del farmaco Aifa. La decisione delle autorità americane Fda e dei Cdc di sospendere il vaccino dopo alcuni casi di coagulazione arriva proprio nel giorno in cui in Italia arrivano le prime dosi targate J&J. Si tratta di 184mila dosi attese nel pomeriggio all’hub nazionale della Difesa a Pratica di Mare mentre viene inaugurato il mega hub di Valmontone dove dal prossimo 19 aprile dovrebbe essere somministrato proprio il vaccino monodose Johnson & Johnson.
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Serve una decisione immediata, non possono essere fatti gli stessi errori del caso AstraZeneca-Vaxzevria. "Il governo italiano deve decidere subito cosa vorrà fare", ammonisce Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell’Istituto Mario Negri. "Il rischio di trombosi è molto basso", ha commentato all’AGI, "ma è altissimo quello di generare sfiducia nella popolazione come accaduto con AstraZeneca". "Il blocco dell’Agenzia americana del farmaco non può essere ignorato dal governo italiano", tuttavia, si tratta di "un buon segno. Significa che la sorveglianza è attivissima e questo dovrebbe tranquillizzare le persone e ispirare fiducia" dice il farmacologo di fama internazionale. Ma c’è la possibilità "che invece accada ciò che è successo con il vaccino di AstraZeneca, verso il quale sono stati commessi grandi errori di comunicazione perché il rapporto benefici-rischi è largamente a favore dei benefici".
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Basti pensare che con quel siero anti-Covid "in Inghilterra hanno raggiunto l’immunità di gregge". Dal punto di vista clinico i casi di trombosi di J&J e quelli di AstraZeneca "sono simili, anche perché i due vaccini funzionano allo stesso modo", spiega Garattini. Il vaccino Jenssen è monodose, però, mentre "con due dosi raddoppia il rischio, rispetto a una sola". "Siamo in un clima di grande incertezza, è importante garantire una comunicazione che permetta a tutti di capire. Il rischio più grave di tutti sarebbe assistere a una fuga dal vaccino, di gran lunga più pericoloso egli effetti collaterali del vaccino", conclude.
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Somiglianze tra i due casi li vede anche il virologo Roberto Burioni. "Il vaccino Johnson & Johnson è simile a quello AstraZeneca, e simili purtroppo potrebbero essere anche gli effetti collaterali. Indispensabile una sorveglianza accurata e un’attenzione particolare alla comunicazione", scrive su Twitter il virologo. Ora la palla è nelle mani del governo, l'auspicio è che si eviti il disastro comunicativo del vaccino AstraZeneca che in molte zone come la Sicilia ha provocato la fuga dalle liste per la somministrazione.