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Vaccino, più di 4 milioni di dosi consegnate alle Regioni. Botta e risposta tra Figliuolo e De Luca

Alessandra Lemme
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La campagna anti-Covid procede ma ancora non corre. Non abbastanza, contro un virus che continua a fare centinaia di vittime ogni giorno e, spinto dalle varianti, contagia più di prima. Le vaccinazioni giornaliere sono più che triplicate rispetto a due mesi fa, ma l'obiettivo fissato dall'esecutivo, di mezzo milione di dosi a partire dalla fine di aprile, è lontano e c'è ancora la «fame» di fiale che dal Vax day del 27 dicembre ha sempre tenuto a freno le immunizzazioni. Sul fronte consegne la svolta sembra vicina, con un vero cambio di passo che potrebbe arrivare in settimana: il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo annuncia che tra il 15 e il 22 aprile verranno consegnate alle Regioni 4,2 milioni di dosi, tra le quali il primo carico del tanto atteso siero monodose Johnson & Johnson. In particolare, è prevista la distribuzione di oltre tre milioni di Pfizer suddivisi in due mandate di 1,5 milioni, circa mezzo milione di Vaxzevria (l'ex AstraZeneca), oltre 400 mila di Moderna, e di più di 180 mila di Johnson & Johnson.

 

 

«I 4,2 milioni di dosi - evidenzia una nota della struttura commissariale - insieme a quelle ancora nelle disponibilità delle Regioni, contribuiranno in modo significativo al raggiungimento del target della campagna a livello nazionale». La palla dunque passa alle Regioni che, secondo la tabella di marcia fissata dal commissario, dovrebbero complessivamente riuscire a somministrare nella settimana 16-22 aprile circa 315 mila somministrazioni giornaliere negli oltre 2200 punti vaccinali attivi in tutta Italia. Intanto ha superato i 3 milioni il numero di over 80 che già ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ovvero il 70% del totale, e la priorità restano loro: anziani e fragili.

 

Tanto che al presidente della Campania, Vincenzo De Luca convinto di non procedere solo per classi di età perché «l'economia sta morendo», arriva la stoccata di Figliuolo: «La campagna vaccinale deve proseguire in modo uniforme a livello nazionale, senza deroghe ai principi che lo regolano, facendo riferimento all'Ordinanza n.6, che indica le categorie prioritarie di persone da proteggere dal Covid 19». «L'obiettivo quello di mettere al sicuro le persone fragili e le classi di età più anziane, che sono le più vulnerabili all'infezione - conclude senza appello il generale -. Più celermente si concluderà questa fase, prima si potrà procedere a vaccinare le categorie produttive». Ma De Luca ha voluto chiarire ancora la sua posizione al commissario straordinario: «Il dato di fondo che complica enormemente l'esecuzione del piano vaccinale è la carenza generale di vaccini. Che cosa impedisce di accelerare le procedure relative a Sputnik, che potrebbe essere il vaccino aggiuntivo da destinare alle categorie economiche? E ancora: quando sarà sanata la carenza di consegne relative alla Campania per oltre 200mila vaccini? Si dica con chiarezza in che percentuale rispetto alla popolazione sono stati distribuiti alle regioni. Si chiarisca la diversa ripartizione dei singoli tipi di vaccino. Si dica entro quanto tempo sarà finalmente ripristinato il criterio "un cittadino, un vaccino"».

 

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