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Sondaggio choc su AstraZeneca, quanti si farebbero vaccinare oggi. E la Ghisleri massacra il governo

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Il pasticcio europeo sul vaccino AstraZeneca ha forti ripercussioni sulla percezione del farmaco da paerte della cittadinanza, che la dose se la deve iniettare nel braccio al netto del rapporto "costi benefici". E così a L'aria che tira, il programma condotto da Myrta Merlino su La7, venerdì 9 aprile per tastare il polso degli italiani c'è la sondaggista Alessandra Ghisleri. 

 

Ma la titolare di Euromedia Research tira subito una bordata al governo: "Si può andare a messa ma non in strutture che hanno già investito in sicurezza" come i ristoranti. "Queste situazioni non generano solo confusione" ma diffidenza, rimarca. "Dobbiamo ricordare che in Inghilterra sono andati avanti con una sola dose di vaccino nel 70 per cento della popolazione perché hanno preferito vaccinare tutti per sgravare gli ospedali", dice la Ghisleri: "La politica dovrebbe essere meno di parte e più logica e pragmatica".

 

Il sondaggio Euromedia Research presentato in studio non può che riguardare il vaccino. La domanda è: se potesse scegliere quale farebbe? La scelta più comune è Pfizer, il primo a essere approvato, lo vuole fare il 30,5 del campione intervistato. Il monodose Johnson & Johnson è scelto dal 17, Moderna il 7,9, Sputnik il 5,4. Un dato significativo se si pensa che il vaccino russo non è stato ancora approvato dall'Ema, l'ente europeo del farmaco. E AstraZeneca? Lo sceglierebbe solo lo 0,9 per cento. Va meglio perfino ReiThera, il vaccino italiano che ancora non ha completato l'iter di sperimentazione, che supera l'uno per cento (1,6 %).

 

Se ci sono dubbi basta guardare il cartello successivo. La domanda, anche qui, è chiara: se domani dovesse essere vaccinato con AstraZeneca-Vaxzevria... Mi farei vaccinare, un vaccino vale l'altro è l'opzione scelta dal 25,4 per cento. Mi farei vaccinare ma avrei paura risponde il 33,3 per cento, non mi presenterei e rifiuterei il vaccino è la risposta del 34 per cento del campione. In altre parole hanno fiducia nel farmaco anglo-svedese solo un italiano su tre. Un risultato clamoroso che procurerà più di un mal di testa nelle stanze del governo. 

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