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Vaccino, l'epidemiologo Greco difende AstraZeneca: "La pillola anticoncezionale e l'aspirina fanno più danni"

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Difesa del vaccino AstraZeneca. Ad alzare la voce a favore del prodotto dell’azienda anglo-svedese è Donato Greco, epidemiologo che ha fatto parte del Comitato scientifico dell’Aifa per la valutazione del monitoraggio postmarketing dei vaccini Covid-19 ed ora nuovo membro del rinnovato Comitato Tecnico Scientifico della Presidenza del Consiglio. L’epidemiologo ha approfondito il tema durante un incontro specifico sui vaccini con l’Unione nazionale medico Scientifica di Informazione: “Gli effetti tromboembolici gravi visti con il vaccino AstraZeneca, quasi un terzo di essi mortali, hanno un’incidenza che viaggia su 1 a 200 mila vaccinazioni, per questo non erano stati visti nelle sperimentazioni di fase 3 fatte su 40 mila soggetti, come si fa abitualmente". 

 

 

“È normale - prosegue Greco - che alcuni effetti indesiderati si scoprano durante la farmacovigilanza, cioè durante l’impatto del vaccino sulla popolazione reale, pari a milioni e milioni di persone. Ma questa enorme somministrazione in pochissimo tempo è un fatto eccezionale perché ci troviamo davanti a una pandemia di dimensioni e pericolosità mai viste prima. Si verificano in media 1740 decessi ogni giorno in Italia, per svariate cause - evidenzia l’esperto - comprese le trombosi cerebrali”.

 

 

Il membro del Cts poi conclude facendo esempi lampanti: “Anche se vaccinassimo tutti gli italiani in un solo giorno contro il Covid, ci saranno comunque il giorno dopo 1740 morti che non si possono associare al vaccino. La pillola anticoncezionale, per intendersi, fra gli effetti collaterali annovera 4 casi di tromboembolia su 10.000, circa 60 volte più del vaccino AstraZeneca. E se l’aspirina venisse somministrata a livello mondiale come i vaccini, farebbe migliaia di morti".

 

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